il tar? ne so di più io

In agosto, il sindaco di Verona aveva fatto chiudere il centro islamico, adducendo – come dubitarne? – motivazioni di carattere meramente tecnico.
Niente a che vedere con motivi di contenuto; men che mai, perdinci, con faccende religiose: si trattava esclusivamente – è ovvio – di una banale questione relativa alla destinazione d’uso dell’immobile (di proprietà, va detto, della onlus, che sostiene di non averlo mai adibito a moschea).
In aggiunta, c’era anche – va da sé – la «mancanza di standard igienico-sanitari».
D’altra parte, bisognerà pure che qualcuno abbia finalmente il coraggio di dire che questi musulmani sono un pochino sporcaccioni.
La giunta Tosi questo coraggio ce l’ha.

Bene.
L’altro giorno, il Tar ha sospeso l’ordinanza del sindaco, rilevando che nella nota dell’Ulss «non si ravvisa l’esistenza di problemi igienico-sanitari».

Ora il sindaco annuncia che farà appello al Consiglio di Stato.
Non si capacita, lui, che la pronuncia del Tar possa avere un suo senso, e commenta con la delicatezza che ci si aspetta: «Non occorre essere fini giuristi», dice, «per capire che l’interpretazione del Tar Veneto ci riporta all’epoca che precede il moderno Stato di diritto».

Secondo me intendeva agosto.