fede in the sky/2 (il mondo segreto delle trote)

Riassunto della puntata precedente: c’era una volta un’autorevole blogger (io) che in virtù della sua (mia) eccellenza era stata chiamata a sacrificarsi fino al punto di accettare gratis non solo My Sky Hd, ma addirittura ciò che all’utilizzo di My Sky Hd è prodromico e preliminare (l’avevo detto, no?, che ero autorevole), e cioè l’acquisto di un televisore e la disponibilità a guardarlo, quantomeno saltuariamente, poiché avrebbe (avrei) dovuto descrivere con l’autorevolezza che le (mi) è propria come cambiava il suo (mio) modo di fruire della televisione.

Tecnicamente, lei (io) non capisce (capisco) niente.
Ha (ho) dato un’occhiata ai post degli altri blogger su Liquida, e – caspita – sono dannatamente più autorevoli di lei (me): parlano di antenne, registrazioni, sofware, hardware, segnale, parabole, offerta, pacchetti.

Ma, eccheddiamine, ognuno a questo mondo ha la sua strada, e la mia è questa.
Passa per «Acquatici tra le garzaie», «La pesca del siluro» e «Tecniche di pesca in apnea».
Passa per alcuni dei titoli dei programmi dei canali a pagamento Caccia e pesca e Caccia e pesca plus.

Non li ho guardati, quei programmi, ma il fatto è che i titoli mi bastano perché mi sembrano fantastici. Ci sono anche «Abc della caccia a palla europea», «Guida all’addestramento dei bracchi puntini puntini» (il titolo completo non l’ho beccato), e «Andiamo a caccia».

Spaziali, comunque, «Il mistero delle canne», «Il gallo forcello», «Passione artificiale» e – soprattutto – il vero capolavoro: «Il mondo segreto delle trote».
Mi ricordano la torta di cioccolato che compro tutti gli anni per Natale.
Si chiama «La tartufa nera» e mi fa venire sempre in mente un film con Edvige Fenech.

Quanto alle trote, mi resta veramente la curiosità di sapere quale sia il loro mondo segreto. E, cercando di essere sincera fino in fondo, anche quella di sapere davanti a chi una trota abbia bisogno di tenere dei segreti.
Davanti al troto, forse.

Comunque, non starò qui a fare tanto la schizzinosetta.
Stasera ho anche visto una puntata e un po’ di Sex and The City, la serie tv. È vero che ho tutte e sei le serie nello scaffale, però insomma, qui c’ho Sky e che discorsi sono, bisognerà pure che ne approfitti.

Carrie Bradshaw si doveva sposare (Carrie was going to get married), ma all’improvviso capisce che non è il momento (but all of a sudden she happens to understand that she needs some more time to dwell on all that marriage stuff), e il suo fidanzato Aidan prima dice che ok, tutto a posto, e poi invece dice sposami adesso o mai più e lei dice mai più e lui dice okay me ne vado e le lascia una lettera in cui scrive per cortesia ripagami la metà della casa che ho comprato per noi (va bene che sono autorevole, ma questo non lo traduco per una questione di signorilità).

Col telecomando in mano mi sento abbastanza a mio agio.
Ho sempre odiato lo zapping; per me quando si vede una cosa si vede fino in fondo e buonanotte ai suonatori.
Stasera, invece, ho capito i mariti.
(Ah. Su Caccia e pesca (non mi ricordo se con plus o senza) c’erano anche «I maestri della pesca a mosca» e «L’enciclopedia della caccia in palude»).

Ho dato un’occhiata a un paio di trasmissioni su Wedding tv – uau – e ho notato – sì, sono un tipo sveglio – che non è possibile, sciaguratamente, ascoltare le produzioni straniere in lingua originale: son tutti doppiati, dalla presentatrice british con la mollettina di strass sui capelli rossi modello bambola di pezza alla show-woman americana Sua Biondità alta un metro e novanta, e – figuriamoci – assai botulinizzata.

In compenso, in questo momento la scatola nera che ho qualche buona ragione per ritenere sia chiamato decoder sta registrando per mio figlio il programma «Un anno di cacio».
Veramente c’è la «l»; sarebbe «un anno di caLcio», ma visto che l’errore mi era venuto ho pensato di lasciarlo.
Per onestà.
Forse anche per autorevolezza.

Sia come sia. Avatar non l’ho visto, e non so – veramente – se sia già in programmazione. In compenso, ho visto un programma che si chiama «Love is blind», «L’amore è cieco».
Nel quiz interno al programma, la presentatrice fa al concorrente – un single in cerca di un appuntamento – alcune domande.
Una di questa è: «Elenca tre zone erogene».

Il concorrente, un belloccetto australiano di 27 anni, si guarda intorno con un’aria tutta sua e poi dice: «Tipo gli orecchini?».

Replay: z-o-n-a-e-r-o-g-e-n-a-t-i-p-o-g-l-i-o-r-e-c-c-h-i-n-i.

Ecco.
Non voglio neanche immaginare cosa ci faccia, quest’australiano così naif, con gli orecchini delle fidanzate (che poi, per capire tutta la dinamica dei fatti in modo corretto sarebbe anche da vedere di che forma sono).
Però non mi sono tanto stupita che egli sia ancora single.
Nonnonnonnonnò.

Forse al ragazzo non farebbe male vedere un po’ di Fashion one, dove ci sono delle tipe bionde e more didatticamente avanzate che possono insegnargli delle cose un po’ così.

Va detto che, probabilmente per colpa della mia autorevolezza, io ho cambiato canale abbastanza in fretta.
Sono passata a Fashion tv.

Una splendida sfilata di omettini con gambine storte e minuscole lasciate scoperte da deliziosissime gonnelline nere.
Correvano, piccoli cari, su una passerella di parquet, con quelle zampette veloci e un baricentro tragicamente basso.
Avevano camicie bianche, alcuni anche una specie di bavaglino.

Pensavo: ma questi esserini esangui dovrebbero essere quelli che fanno voglia alle donne? Il sogno erotico proibito?