il festival italo-irlandese su letteratitudine

Okay.
Si parte.
LetteratitudineNews di Massimo Maugeri (grazie!) dedica oggi un ampio spazio all’Italo-Irish Literature Exchange, un’iniziativa che – sentendomene quasi mamma – mi sta enormemente a cuore.

La notizia è che dal 3 al 6 maggio si svolgerà, fra Nogarole Rocca (la cui amministrazione ha appoggiato il progetto con entusiasmo fin dapprincipio) e Verona, la seconda edizione del Festival italo-irlandese di letteratura, che l’associazione ònoma sta organizzando insieme all’Irish Writers’ Centre di Dublino, grazie all’instancabile Catherine Dunne e alla collaborazione del Circolo dei Lettori di Verona e della scuolAleph.

E io sono felicissima di annunciare che abbiamo ottenuto il patrocinio dell’Ambasciata d’Irlanda in Italia.

La prima edizione si tenne a Dublino dal 1° al 4 settembre 2011, grazie al supporto dell’Istituto italiano di cultura di Dublino, e coinvolse – oltre a un gruppetto di otto italiani – scrittori irlandesi affermati ed emergenti, alcuni dei quali ora ricambiano la nostra visita.

Sono, oltre a Catherine Dunne, notissima autrice pubblicata in Italia da Guanda, l’editor e scrittore Anthony Glavin (che curò l’edizione di tre libri di Nuala O’ Faolain, tutti e tre a lungo nelle classifiche dei bestseller del New York Times), le due poetesse Niamh McAlister e Celia de Freine (che scrive anche in lingua gaelica Irish), la scrittrice e blogger irlandese dell’anno 2010 June Caldwell, e la scrittrice e insegnante di scrittura creativa Lia Mills, che pubblica per Penguin Books e figura fra i colleghi che la vincitrice del Booker Prize 2007 Ann Enright ringrazia al termine del suo The Forgotten Waltz, e l’attore e romanziere nordirlandese John Lynch.

E se questo nome non suona proprio nuovo, forse sarà perché ci si ricorda di lui come attore in alcuni dei film più belli degli ultimi anni. Come «Sliding Doors», per esempio, dove John è il fidanzato furbino di Gwyneth Paltrow; o «Best», che racconta la storia travagliata del leggendario attaccante del Manchester United; o anche «Nel nome del padre», dove insieme a Daniel Day-Lewis finisce in cella – nella finzione cinematografica, la prigione è il carcere dublinese di Kilmainham, ora emozionante museo aperto al pubblico – con la falsa accusa di essere uno dei «quattro di Guildford»: ovvero, di avere partecipato nel 1974 a un sanguinoso attentato che l’Ira mise a segno contro un pub londinese. È una storia vera anche questa, come quella di «Bestie»: e nel 2000, a film uscito da tempo, l’allora primo ministro laburista Tony Blair fu costretto a chiedere scusa ai quattro che, incolpevoli, avevano trascorso quindici anni nelle prigioni britanniche. John è anche scrittore, e ha pubblicato due splendidi romanzi non ancora usciti in Italia.

(La foto di Catherine Dunne è di Michele Curatolo, che ringrazio).