something wrong

george-peppard-e-audrey-hepburn-per-stradaL’eleganza è la capacità di camminare sulla frontiera dell’incongruo, del discordante, senza superarla se non in uno e un solo punto.

Di questa cosa sono molto convinta, da tanto tempo.

Le donne vestite in modo perfetto hanno quest’aria di «il commesso ha sistemato tutto per me» che le rende rigide.
Devono corrispondere alla perfezione del modo in cui sono vestite, e reagiscono facendo di tutto per esserne all’altezza.

Per esempio, Diana Spencer in biancoverde è semplicemente agghiacciante.

È come andare in un ristorante molto chic.
Entri e pensi «oddio, come farò? Sicuramente metterò male le forchette, farò rumore con le posate…».
E invece, se quel che mangi ti piace e ti concentri sui sapori e sul momento che stai vivendo, ti rendi conto che – dato un livello basico di urbanità – non c’è infrazione al galateo che possa renderti inadatta al luogo in cui ti trovi.

In fondo, essere eleganti ha a che vedere solamente con l’armonia. Non conta quanto hai speso per un vestito o per certe scarpe.
È chiaro che alcuni pezzi sono strepitosamente belli e facilitano ogni cosa.

Ma è anche vero che la perfezione non è di questo mondo, e in molte situazioni non si può ambire alla perfezione.

Basta una cosa bella, anche vecchia, o una cosa carina.
Poi ci si può aggiungere una spilla di stoffa, un paio di calze di un colore che non c’entra niente ma sta bene con la borsa, un paio di scarpe inadatte…

Il segreto sta nei dettagli.
Ci vuole sempre una cosa sbagliata, disarmonica.
Un elemento che devii l’attenzione dell’osservatore, che gli metta davanti una persona e non un manichino.

Immancabilmente, i complimenti cadranno sull’elemento incongruo, eccessivo, sbagliato.
Perché è lì che vieni fuori tu. È da quel buco di inesattezza che le persone capiscono che possono raggiungere te essere umano.

La perfezione respinge.
È per questo che tante sposone che girano per le strade di Verona sono ridicole.
Si vestono per piacere, ma con quell’ossessione per la regolarità e la perfezione tengono tutti a distanza, e tornano a casa avendo potuto al massimo comunicare con quelle come loro.

Mai una sorpresa, mai una novità.

Vestiti usati a scopo difensivo.
Vestiti che servono a fare sentire estranei i dissimili.