it’s a lovely day for ducks Jul06

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it’s a lovely day for ducks

IMG_2204Mia madre non sta bene.
È all’ospedale.

Ci è entrata che era in coma e io ero in Irlanda.

Poi si è svegliata, ma non sono sicura che questo significhi che lei sta meglio.

Non può bere, e a voce stanca chiede un bicchiere d’acqua che non le posso dare, altrimenti rischio di ucciderla.

Questi sono giorni in cui devo tenere i sentimenti molto asciutti.

È una cosa difficile, anche perché mia madre è stata per moltissimo tempo – e con buoni argomenti di cui però ho imparato a non andare più fiera – la persona che ho amato di più al mondo: per amore, per stima, per rispetto.

Questi giorni mi hanno fatto sentire nella carne una cosa in fondo stupida: che il corpo è tutto ciò che ci è dato per essere.

Avrei voluto che mia madre amasse di più il suo corpo.
Io lo guardo, il suo corpo, e penso che io vengo da là. E questo mi basta ad avere voglia di accarezzarla e di darle baci grati.

Ora amo – riamata – il mio corpo.

E insomma, come dicono gli irlandesi (e non solo),

it’s a fine day for ducks.

Cioè: «Piove e strapiove, ma come giornata non è neanche male, per le anatre».
Che vuol dire che il tempo orribile e la pioggia scrosciante, in fondo, possono pur sempre avere qualche straccio di risvolto positivo.