beata te

Parecchie persone, da quando ho lasciato il lavoro, hanno commentato «beata te che potevi permettertelo». Vorrei solo dire che non potevo permettermelo affatto, e che sono proprio stanca di essere scambiata per la signorotta privilegiata che si ricostruisce chirurgicamente un’impossibile verginità sociale. Non vengo da una famiglia ricca. Mio padre era un impiegato di banca che morì a 49 anni per un tumore alla vescica: la pensione che aveva maturato fino a quel momento non ha mai permesso alla mia famiglia di vivere largamente. Mia madre ha fatto la casalinga da quando sono nata io, e l’emorragia cerebrale di mio fratello ha...