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02.a – fabrizio strippani

Dopo la storia di cui si racconta in “Due colonne taglio basso”, le televisioni locali hanno cercato di avvicinare i protagonisti di quei fatti che, emersi quasi per caso dopo l’omicidio Bruni, hanno scosso pesantemente la città, mettendo a nudo situazioni spinose e imbarazzanti per molto tempo rimaste nascoste. Fabrizio Strippani è l’uomo al cui lavoro si devono quelle rivelazioni, che in caso diverso sarebbero forse potute restare patrimonio di quei pochi che avessero seguito le vicende processuali, avessero deciso di scriverne le cronache, e avessero trovato un luogo in cui pubblicarle.
Quella che segue è la sbobinatura di una breve intervista televisiva che non è mai andata in onda.
A farla, accompagnata dalla cameraman Jessica Bresolin, è stata Marianna Carpentieri, una giovane stagista a TeleQuassù che dopo l’esperienza televisiva e la laurea in scienze delle comunicazioni è ora passata all’ufficio stampa e relazioni pubbliche dell’Azienda municipale per la tutela del Buon Nome della Città (Abnc, una spa a capitale misto che ha peraltro chiesto da poco i danni allo stesso Strippani per aver egli leso con le sue rivelazioni l’onorabilità della cittadinanza).
Ecco la trascrizione.

(La Carpentieri, ripresa in primissimo piano, tiene il microfono con la destra e cammina lentamente).

Fabrizio Strippani ha una quarantina d’anni ed è quello che potremmo tranquillamente definire un bell’uomo, vero Jessica? Solo che a noi sembra che non si renda conto che magari avrebbe potuto fare l’attore o magari entrare in un reality. Quando glielo abbiamo chiesto prima di accendere la telecamera, ci ha detto – vero, Jessica? – che non ha un’idea precisa del motivo per cui ha voluto diventare giornalista.

(Stacco su Strippani che fuma una sigaretta, in piedi sul marciapiede di un binario della stazione).

Stai aspettando un treno: hai deciso di lasciare la città?
«No, non ho neanche la valigia!».
E allora dove vai?
«A vedere una mostra a Ferrara».
Ah, allora continuerai a vivere in questa città che ti ha tolto l’amore, il lavoro e gli amici?
«Prego?».
Sì, cioè… Jessica, stringi sul primo piano. Voglio dire: come fai a rimanere in una città che ti ha privato della tua storia d’amore, del tuo posto di lavoro e…
«Dal giornale mi sono licenziato io, e comunque sì: stasera torno a casa mia e non ci trovo niente di strano».
Ma adesso che hai attraversato una fase così difficile, com’è cambiata la tua vita?
«Dopo che ho scritto quel che ho scritto e in città mi considerano tutti un appestato, intende?».
Beh, tipo. Ma pensavo anche che dopo che hai scoperto tutte quelle brutte cose anche su di te, magari adesso sei un po’ triste. O no?

Strippani getta a terra la sigaretta, si gira di spalle e torna a guardare la Carpentieri.

«E se la smettiamo qua?».
Ma i cittadini sono sicuramente interessati a conoscere il tuo punto di vista, a sapere come ti senti, cos’è successo nel tuo cuore e cose così.
«Mi ascolti».
Sì, dimmi.
«Lei viene pagata, per fare tutte queste domande?».
No! Sto facendo uno stage. Jessica, spegni la telecamera. Ma questo cosa c’entra, scusa?

(Jessica non spegne la telecamera).

«Ecco: se magari lo facesse per soldi…».
Cosa vuoi dire, scusa? Io sto solo facendo il mio lavoro. Questo è un Paese libero e c’è il diritto di cronaca. Non mi pare il caso di trattarmi in questo modo. Lo sai che per questa cosa posso andare all’Ordine dei giornalisti?
«Senti, ragazza-che-non-so-come-si-chiama. A me non pare un cazzo bello che tu mi chieda stronzate come queste senza neanche l’attenuante del fatto che lo fai per soldi perché magari ci devi mangiare. È abbastanza chiaro, o devo spiegartelo meglio?».

(La Carpentieri abbassa il microfono e alza l’altro braccio).

Jessica, chiudi tutto! No, non riprenderlo mentre se ne va via di spalle, cretina! (Si rivolge a Strippani) Sei uno stronzo di pallone gonfiato! Ecco cosa sei! Uno stronzo!