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03.p – l’insolito

l_insolitoL’INSOLITO
Segnali da scaffali poco frequentati

Il mistero di un omicidio tra i misteri di un giornale

La giustizia che lotta per emergere da un’indagine come la verità dalle righe di un articolo

L’efferato omicidio di un vice-caporedattore e l’indecifrabile movente scatenano una serie di reazioni personali e professionali, all’interno della testata giornalistica di un importante quotidiano locale, in grado di sconvolgere quegli ordinamenti interni che fino ad allora risultavano resistenti come le gerarchie di una casta intoccabile.

L’autrice, Federica Sgaggio, ci apre le porte di un mondo regolato da delicati equilibri, un mondo in cui le notizie sono figlie di una mediazione tra interessi e responsabilità che molto spesso va a discapito del dovere d’informazione per sconfinare nel territorio delle falsità costituito dai soldi e dalla sete di potere.

Proprio per questo motivo la “verità” sembra un continuo inganno ed anche i personaggi che lentamente compaiono a formare un perfetto e armonioso mosaico, inizialmente non possono far altro che farci dubitare sulla loro sincerità perché loro stessi sono talmente abituati a fingere per il loro lavoro che trasportano questa condotta anche in ogni loro comportamento al di fuori dello stesso.
Lo fanno con una tale dedizione che per credere a un loro qualsiasi slancio di sincerità finiamo anche noi con l’avvertire il bisogno di un fax di conferma che giunga in redazione a ratifica dei loro intenti.

Però lentamente ma progressivamente, in seguito ai meccanismi che si azionano dopo l’omicidio, ognuno di loro arriva a un punto di rottura con questo equilibrio malsano e pagina dopo pagina impariamo a conoscerli come se fossero nostri colleghi, in ognuna delle proprie nevrosi, aspirazioni e timori e i drammi umani che ne affiorano finiscono per inondare ogni loro azione.
Ed è proprio allora, quando il gruppo di giornalisti decide finalmente di mettersi in gioco anche a rischio di perdere almeno parte dei loro scudi difensivi che anche l’inchiesta torna a dirigersi verso la verità terminando di brancolare nel buio di un filone ancora una volta scandito dalle note dell’opportunismo.

A tratti l’evolversi della vicenda manca un po’ d’intensità perdendosi in qualche rallentamento descrittivo probabilmente superfluo ma riesce a ritrovarsi in un finale che nelle sue componenti ricorda magnificamente l’articolo di un giornale. Sia per le variabili comunicative con cui fa luce sul mistero sia per come ci fa capire che la verità stessa sia molto più facile da ricercare di quanto si possa pensare ma allo stesso tempo, proprio per questo motivo, molto più difficile da credere.

Gianluca De Salve

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