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03.i – il gazzettino

6 agosto 2008

FEDERICA SGAGGIO
Un omicidio dietro la scrivania

versione pdf gazzettino

Un omicidio maturato nella redazione di un giornale nessuno può concepirlo meglio di un giornalista. E infatti lavora nel quotidiano «L’Arena» Federica Sgaggio, autrice del giallo «Due colonne taglio basso» (Ed. Sironi, €16).

L’atmosfera che si coglie tra le pagine è inconfondibile, riporta fedelmente i discorsi, i problemi, le frustrazioni e le ambizioni della categoria. E anche i rapporti tra i colleghi sono così: «Hai notizie di Giordani (il direttore, ndr) o di Bruni? È un’ora che li sto cercando e non ce n’è traccia da nessuna parte».

«No», disse la Lucini. «Ma scusa: pretendi di trovarli alle dieci e mezzo? A cosa ti servono?».

«Volevo solo sapere se ci toccavano delle pagine in più per l’aereo caduto. Per una volta nella vita ho pensato di venire qui di buon’ora per evitare che Giordani aspettasse l’ora di cena per dirci che abbiamo cinque pagine in più, e invece guarda qua. È inutile, Chiara; provare a far qualcosa qui dentro è inutile, te lo dico io».

Poi il direttore si trova, e finisce così: «Sì, Giordani, è caduto un aereo».
(…)
«C****. Dici sul serio?».
«Sì, dico sul serio».
«E dove?».
«In Valle d’Aosta».
«Ah, be’. Allora non sono c**** nostri».

Chiunque abbia anche solo un po’ bazzicato le redazioni sa che è così. E che i giornalisti, tra fisime personali e lamentele per il lavoro, sono questi descritti dalla Sgaggio: la quale in questo ambiente, retto da una fitta maglia di interessi e rivalità, ci piazza un vicecaporedattore morto ammazzato e forse anche il suo assassino.

Per differenti motivi indagano sull’omicidio uno scaltro cronista e un affascinante pubblico ministero.
La loro ricerca riporterà alla luce relazioni rimaste segrete che metteranno fine a un amore impossibile tra fratelli e consentiranno di individuare, a metà strada tra interesse privato e professionale, il movente dell’omicidio e il colpevole.

La storia è raccontata bene, con linguaggio fresco, essenziale, costruito su dialoghi sciolti che rendono vivi e credibili i personaggi.
Periodi e capitoli brevi, di facile lettura, per 350 pagine fitte di testo.

Un noir circolare che aggancia la fine all’inizio: l’explicit ritorna all’incipit e ne propone una variante che chiude un caso dove l’assassino, come nei gialli classici, è forse il meno sospettabile.

Ma non è il maggiordomo.

Anna Renda