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è colpa del negro, i vigili sono candidi (il copione si ripete)

Anche qui, ancora una volta.
Non so come siano andate veramente le cose – anche se le testimonianze sembrano essere univoche – ma la verità non può stare nel mezzo.
A Milano, un uomo accompagna il figlio a scuola.
Il bambino scende dall’auto.
Il bambino non aveva la cintura.
I vigili si avvicinano all’uomo.
Gli chiedono patente e libretto.
Lui dice che vuole prima accompagnare il bambino a scuola.
Loro dicono no.
Lo picchiano.
Davanti a tutti, figlio compreso.
E poi lo arrestano.
L’uomo è un senegalese.
Nero.

Credo che i leghisti del post precedente non avrebbero dubbi: hanno senz’altro ragione i vigili.
Il vicesindaco De Corato è solo apparentemente più sfumato: «Dall’inizio dell’anno è il settantaseiesimo caso di aggressione ai vigili».
L’aggressore è lui.
Il nero.
Firmato: l’autorità.
E – come sempre – la cosa non cambierebbe nemmeno se fosse assolutamente vero che l’aggressore è lui, l’uomo nero.
Perché quel che fa specie è la velocità con cui scatta l’automatismo: nero/immigrato/rom in situazione controversa con vigili/agenti/militari uguale vigili/agenti/militari aggrediti dal nero/immigrato/rom.
Tre minuti dopo i fatti la versione ufficiale è già immediatamente confezionata.
Con il corollario che la città in questione, naturalmente, non è razzista.