seicento milioni di lire al mese

Leggo che Miriam Bartolini, che a suo tempo ebbe cuore di sposare Silvio Berlusconi, si acquieta con un assegno mensile di trecentomila euro.
Negoziando la separazione dal marito, la donna che conosciamo come Veronica Lario aveva inizialmente chiesto tre milioni e mezzo di euro ogni mese.

Chiedeva sei miliardi di lire al mese.
Avrà – pare – seicento milioni.
Sono sicura che avrà molte spese, e che mantenere le case è costoso.
Ma uno che congeda la moglie con seicento milioni di lire al mese e chissà quanti altri «benefici» accessori cosa diavolo può mai capire della vita delle persone normali?
Cosa capisce della crisi, del lavoro perso, delle mutande bucate, della macchina che non si può far aggiustare, delle spese mediche che non si possono affrontare?
Che cosa sa delle vite che camminano un giorno dopo l’altro sul filo della debacle?

Quest’uomo dice scandalizzato che secondo alcuni la ricchezza è una colpa.
Non c’è nulla di cui scandalizzarsi se qualcuno si domanda come possa un’unica persona accumulare una tale messe di denaro.
Ci dicono che è bravura.
Ma io a questa bravura non credo.
Nel presumere che sia la bravura la condizione necessaria e sufficiente agli arricchimenti più spropositati c’è qualcosa che non riuscirà mai a convincermi.