difendersi dalla speranza

Freddo e caldo, pensava.
Vento.
E un buco in mezzo al cuore.
Che cazzata, queste immagini «forti», si disse.
Puoi solo pensarle, o dirle a qualcuno che ami; quando le scrivi, poi le vedi per quel che sono: cazzate con le pretese.
Un buco in mezzo al cuore.
Sì.
Come no.
E magari anche un buco in mezzo alla pancia.
E nel cervello.
E a metà della spina dorsale, così ti afflosci e cadi per terra.

Eppure il buco c’è.
Puoi ripeterti finché vuoi che son cazzate, ma – chiamalo come ti pare – il buco c’è.
E non si trova colla per chiuderlo, non si trova filo per cucirlo.
A star fermi ci si illude che si chiuda, ma non è vero: ci si muove anche di poco, e tutto si strappa di nuovo.

E la cosa più difficile è difendersi dalla speranza.