la facoltà di continuare a respirare…

«Al fine di evitare la possibilità di ricorrere strumentalmente a licenziamenti oggettivi o economici che dissimulino altre motivazioni, di natura discriminatoria o disciplinare, è fatta salva la facoltà del lavoratore di provare che il licenziamento è stato determinato da ragioni discriminatorie o disciplinari, nei quali casi il giudice applica la relativa tutela».
E’ quanto si legge nella bozza del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro approvato oggi dal consiglio dei ministri.

Questo dice l’Ansa.
Ma non è curioso che venga propagandato come equo il fatto che il lavoratore abbia la facoltà di provare di essere stato discriminato?

L’alternativa quale sarebbe stata?
Impedire al lavoratore di sostenere di essere stato discriminato?

A me sembra veramente curioso che il governo non abbia previsto, al contrario, che l’onere della prova – altro che «facoltà»: questo è linguaggio ideologico, fuorviante e performativo – spettasse all’azienda.
Dovrebbe essere il datore di lavoro a dover dimostrare che il licenziamento non è discriminatorio, mi sembra.

A quando un testo che fa equamente salva – cari – la possibilità di respirare?

Post scriptum: apprendo testè – sempre via Ansa – che

È iniziato poco dopo le 20.30 l’incontro tra il presidente del Consiglio Mario Monti, il ministro del Lavoro Elsa Fornero e il presidente del Senato Renato Schifani presso l’abitazione del premier a Milano.

Dice: ma che c’è di strano?
Questo.
Questo – scusatemi – è veramente strano.
Che

alla riunione partecipa anche il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli.