l’invidia di velazquez

Ho cominciato ieri sera a leggere «L’invidia di Velazquez» di Fabio Bussotti, giallo appena uscito dalle officine tipografiche di cui si serve la casa editrice Sironi.
Beh.
A parte che parla di uno dei quadri più emozionanti che io abbia mai avuto la grazia di vedere – questo, custodito peraltro nello stesso luogo in cui vive uno dei dipinti più belli e inquietanti della storia dell’uomo occidentale pre-psicoanalisi, e anche quel Guernica di un altro dei personaggi del libro di Bussotti – la storia mi sta avvincendo molto.

Lo stile è piano, liscio, senza asperità; come se il libro fosse stato scritto da una persona serena, mi viene da dire, o perlomeno con una forte tensione alla serenità.
Fabio, che fa l’attore di cinema e di teatro (e non è un attorino così per dire) e fu protagonista di un notissimo e secondo me divertentissimo spot tv, non l’ho mai conosciuto, però ci siamo scambiati qualche mail e qualche sms.
E mi è bastato per farmi dire che gli auguro cose meravigliose.
In generale, certo; ma soprattutto – adesso – rispetto al suo libro, che prevedo di finire – con gran divertimento – di qui a poco.