una statista concreta e «tecnicamente intelligente»

A chi dovesse non aver visto su La7 l’intervista di Daria Bignardi a Mara Carfagna, consiglio invece di guardarla qui.
Incidentalmente, la Bignardi giganteggia.

A me sembra che la Carfagna sia una perfetta rappresentazione della persona tecnicamente intelligente: scattante, brillante, capace di parlare con velocità e di affabulare credibilmente; ma appena ci si inoltra nei contenuti, vengono fuori l’automatismo alla parola d’ordine, l’indisponibilità ad argomentare, la facilità al moralismo, e anche la tendenza a ripetere – senza esitare ad andare sopra la voce dell’intervistatrice – la stessa identica risposta, con totale e cieca ostinazione e sordità completa alle ragioni dell’altro, l’indisponibilità ad accogliere anche in via teorica il punto di vista dell’interlocutore allo scopo di progredire di un millimetro nella discussione.

Per esempio, quando la Bignardi le chiede perché lei giudica negativamente i comunisti, la Carfagna risponde che i comunisti sono il contrario di ciò in cui crede lei.
Niente di più.
Non un’argomentazione.
Certo: prima aveva detto che lei credeva in dio, patria e famiglia.
Ma anche qui, la Bignardi le aveva chiesto se non le sembrasse strano che una ragazza creda in queste cose.
Lei – che si definisce «donna di destra, più che di centrodestra» – ha risposto che opportunamente rivistati, questi valori hanno ancora una validità.
Quale validità, però, mica l’ha detto.

Per me l’esempio del «tecnicamente intelligente» calza a pennello.
Tra l’altro, la ragazza riesce a vantarsi del fatto che con la sua nuova disciplina della prostituzione le strade sono state «liberate» (sic) dalle prostitute, e le organizzazioni criminali sono dovute scappare dall’Italia e andarsene all’estero (sic).

Segnalo anche la frase «ci sono persone che nella vita si segnalano per essere “contro” e non fanno niente di buono per il nostro Paese». Stava parlando di Travaglio, che per lei denigra tutti «a prescindere da quello che fanno».
Sono molto impressionata anche dall’affermazione che «nel centrodestra ci sono molte donne che hanno fatto politica», più o meno, «all’altezza degli uomini».

E infine, dal fatto che parla delle cose che ha detto la Guzzanti come di «accuse non provate», rivendicando il diritto di vivere la sua vita privata come crede.

Come se il problema fosse chi è il suo fidanzato – stabile o avventizio – e non, eventualmente, se l’incarico ministeriale le sia arrivato in virtù di questo fidanzamento.
Il suo mi sembra un fraintendimento piuttosto singolare.