come promesso

Come promesso.
«Sono l’ultimo a scendere» è già uscito, è Mondadori.
«Corpo morto e corpo vivo. Eluana Englaro e Silvio Berlusconi» esce il 4 novembre, ed è Transeuropa.
Ieri Giulio Mozzi, che li ha scritti entrambi (ma il libro su Eluana contiene anche una nota di Demetrio Paolin), ne ha parlato a Padova, al circolo Lanterna magica, dove ha tenuto – ha raccontato – il suo primo corso di scrittura.

Quando affronto appuntamenti di questo genere, una parte del mio stomaco comincia a mettersi in subbuglio ore prima, per l’ansia di esperire per l’ennesima volta quel senso di estraneità che mi fa spesso pensare «ma che ca*** c’entro, io, con tutto questo?».
È che quando sento crocchiette di personcine dirsi l’un l’altra che era infinitamente meglio il Carver essenziale, o scambiarsi opinioni sull’ultimo libro del più pretenzioso e peregrino Autore Capitale, a me viene un po’ di ansia.

Ieri sera a me è sembrato che personcine così non ce ne fossero.
Tipi un po’ stranini, magari, sì: ma chi di noi non è strano?
Però l’effetto era quello di una festicciola paesana con riffa e torte fatte dalle zie.
Ora: a parte il fatto che «Sono l’ultimo a scendere» mi è piaciuto; a parte il fatto che «Corpo morto e corpo vivo», al di là delle sue preoccupazioni più strettamente chiesastiche, l’ho «sentito»; e a parte il fatto che andrà pur detto che a Giulio voglio bene perché sì, a me – quando si tratta di libri e affini – piacciono tanto le cose paesane.

Strano, vero? Così raffinata eppure così amante del salame.
(Scemi! Quello che si taglia a fette nel pane!)