il freddo secondo le dublinesi

Stasera avevo canottiera di lana a maniche lunghe, maglietta, maglione, sciarpa, piumino lungo, stivali e cappello.
Sono disposta a dire che era un’esagerazione, eh.
C’erano cinque gradi, e io avevo – e ho – sonno; forse per questo mi sembrava che ci fosse un freddo micidiale.

Mentre camminavo ho incrociato una ragazza che aveva un paio di hot pants fucsia metallizzato, le calze fine color carne, i tacchi altissimi.
Davanti a un bar, un’altra tipa biondissimissima aveva un paio di pantacollant (okay: adesso li chiamano leggings) con una decorazione fatta di grandissimi buchi geometricamente disposti.

Mi sono domandata quali aspettative avessero per la serata, e ne ho immaginate alcune che non so se siano vere.
Il fatto è che io so riconoscere, più o meno, il dress-code italiano, e non quello irlandese.
Se vedo una tizia in tailleur di Armani, trucchino perfetto e cappellino, capisco che tipo di serata s’aspetta.
Una di queste ragazze seminude e decorate con gusto quasi natalizio dell’addobbo, invece, non la so decodificare.