«donne, ce la potete fare»

Da qui, dove si parla della creazione – toh – di un’authority che indaghi i motivi per cui le donne sono discriminate sul lavoro (quali mai saranno, eh, questi motivi tanto misteriosi da dover investire della ricerca un’intera commissione?), di carbone da dare alle aziende cattive (wow, che deterrente geniale) e di «moral suasion» (strepitoso) come metodo d’azione.
L’intrapresa coinvolge cartucce grosse, personagge di primo piano come Fiorella Kostoris Padoa Schioppa e la neo-super-amata dalla sinistra, Emma Bonino.

«Una carriera di successo è il risultato di vari elementi», osserva Anna Maria Tarantola, da un anno vicedirettore generale della Banca d’Italia. «Innanzitutto bisogna avere le qualità, coltivarle e avere la grinta di farle valere. Ma poi conta anche avere una rete familiare che possa dare il sostegno necessario, ed essere in un ambiente lavorativo che premi il merito».

Bisogna avere un casino di roba, insomma.
Non mi sogno nemmeno lontanamente di rilevare che tutte queste belle cosine sono caratteristiche che – forse, chissà – nessuno chiede a un uomo.
Mi limiterò a dire che la locuzione «carriera di successo» mi inquieta molto per la sua piatta adesione a modelli di successo di stampo televisivo.

Mi fermerò sulla soglia: dirò che porre la questione di dover «essere in un ambiente lavorativo che premi il merito» significa non tenere in conto un paio di cose.
Mi domando di che mondo parli questa donna, visto che ciò che per brevità qui accetto di chiamare «merito» nell’universo maschile non è affatto premiato, altrimenti non mi spiego la gran quantità di incapaci che governano molte situazioni.

Forse che il «merito» è una variabile su cui vengono misurate solo le donne? E «merito» rispetto a cosa? All’interesse di chi? C’è un merito tout-court?
E la «grinta»? Cos’è la grinta? È forse la disperazione e l’accanimento monomaniacale con le quali le donne combattono la sporca guerra sul lavoro, quella per far fuori donne e uomini altrettanto «meritevoli»?

Puro marketing.
Datemi il carbone e facciamola finita, va’.