il diritto veneto all’ubriachezza assassina

«In alcune zone nei mesi invernali il grappino o il bicchiere di vino è una prassi comune. L’impossibilità di andare al lavoro perché la patente viene ritirata ha creato molti problemi di tipo sociale e rovinato molte famiglie e – aggiunge – chi abita in paesi sperduti, senza patente, ha perso anche il lavoro ed è venuto meno lo stipendio per il sostentamento».

Di qui l’ideona: un emendamento al disegno di legge sul codice della strada presentato dal senatore leghista Gianpaolo Vallardi e approvato dalla commissione lavori pubblici per dare a colui al quale sia stata sospesa la patente la possibilità di avere il permesso di guidare tre ore al giorno, per andare al lavoro.

Il che è come minimo discriminante per i disoccupati.
Rendendosi conto che a fare i draconiani a volte ce la si mette nel naso da soli, ecco che i geniacci s’inventano deroghe e distinguo territoriali.
Discrezionalità, norme applicabili in modo diverso a seconda della condizione del cittadino sanzionabile…
Prima decido chi sei, vedo se sei abbastanza ariano e poi se ne parla, eh?

Che belli che sono: se un romeno causa un incidente è un ubriaco bastardo assassino.
Se un veneto provoca un frontale perché ha bevuto è perché è tanto tanto triste e sente tanto tanto freddo e allora deve bere un pochino di vino.
Poco, lo giuro.
E comuncue non lo facio più, promeso.