c’è pecora e pecora

Non mi piace la Ryanair, non mi piace Michael O’Leary.
Però erano diciassette anni che volevo tornare a Rodi e ogni volta che ci provavo avevo la stessa difficoltà: o pagare oltre mille euro per un volo di linea con due scali, o prendere un charter con l’obbligo di soggiornare in uno di quei villaggi-tutto-compreso che i cataloghi, pensando di procurarti un brivido di piacere lungo la schiena, definiscono dotati di «animazione italiana».

Ora la Ryanair copre la rotta, e abbiamo potuto cercare qualcosa di più «paesano» e senza le pretese del cemento dell’Egeo da tour operator.

Stasera con la macchina abbiamo fatto un girello piccolo piccolo, per andare a fare la spesa e per vedere un po’ di spiagge dall’alto.
A un certo punto, un gregge interminabile di pecore ha attraversato la strada saltando una piccola barriera di filo spinato.

Le ho guardate con tenerezza.
Chissà perché le pecore fanno tenerezza.
Erano magre, quasi allampanate, con zampette sottili e appuntite, coperte di ciuffetti di lanina riarsa.
Come sono diverse le pecore irlandesi, con quelle pance da birra e quei ricci opulenti e rigogliosi.

Ho comprato delle pere al supermarket Flora.
Le migliori pere della mia vita, e posso giurare che erano pere col picciolo. Pere vere. Non eufemismi gergali.
Sembravano frizzanti, perfino.

In macchina, stasera Giovanni ci ha detto: «Io dico per dire, perché non me ne intendo e magari sbaglio tutto, ma mi pare che qui prendano la vita più tranquillamente».
Lui ogni tanto dice che da grande vuol fare il giornalista. Mi sembra che non sia il suo mestiere, perché un giornalista non direbbe mai «io non me ne intendo»…

Non so cosa faremo domani.
Prendiamo la vita tranquillamente, su.
C’è una luce meravigliosa, vedo colori lucidi e saturi.
E queste alture brulle dove qua e là spunta un albero che uno non capisce da dove diavolo prenda l’acqua.
E le colonne dell’acropoli di Lindos.

E poi, che bello vedere che il greco del liceo non è passato invano.
Non per parlare (parlano tutti l’inglese; diciassette anni fa l’italiano mi pareva molto più diffuso fra i locali), ma per leggere al supermercato le etichette dei prodotti destinati al mercato interno.

Giovanni mi considera un genio…