prassonissi

Giornata di riposo e di sole.

Nel tardo pomeriggio, via per vedere il tramonto all’istmo di Prassonissi.

È un posto magico, battuto in permanenza da un vento impressionante: un mare verde e tempestoso a ovest (il Mediterraneo), un mare calmo e blu a est (l’Egeo); in mezzo, una lingua di sabbia che l’alta marea si mangia.

Siamo rimasti sconvolti nel vedere che là dove nel 1983 non c’era assolutamente niente ora c’erano un orribile albergo, una spiaggia, camper, rifiuti, taniche vuote, sandali spaiati, e tanti, tantissimi che facevano windsurf nel mare azzurro, e kitesurf nel mare verde.

La strada per arrivare a Prassonissi è meravigliosa.
Il niente di un sentiero polveroso in mezzo a collinette con qualche spruzzo avaro di verde sulla terra marrone, ogni tanto un cartello che forse rimonta ai tempi della guerra: warning, fire field.
In fondo, all’ultima curva, la meraviglia dei due mari e della lingua di sabbia.

Ci aspettavamo il vuoto che trovammo nel maggio 1993, quando al tramonto c’eravamo solamente noi e nessun altro, e un baracchino di legno faceva una specie di servizio bar ma a quell’ora era già chiuso.

Immaginavamo che potesse essere cambiato qualcosa, certo.
Ma non così tanto.
L’esperienza è comunque forte.
I due mari, il vento, il cielo, l’arsura delle collinette, le dune di sabbia.

Però, quando avranno ridotto quel posto una discarica schifosa, tutti quei tipi che facevano kitesurfing e windsurfing cosa faranno?
Andranno a consumare e a uccidere un altro posto meraviglioso con le loro lattine e le loro immondizie?

(Quando ho sonno mi vengono le tirate moralistiche; scritte anche male, per giunta).