via di qui

Capaccio è il Comune a cui fa amministrativamente riferimento Paestum, con i suoi templi e il suo museo; c’è il mare; c’è una bella spiaggia; ci sono fantastiche mozzarelle di bufala (non vorrei fare pubblicità, ma per esempio l’azienda agricola Vannulo – che non spedisce i suoi prodotti, perché solo acquistandoli là, ti spiegano, sono freschi e saporiti come devono essere – è un luogo da sogno: col latte di bufala fanno perfino i gelati, e sono deliziosi).

Eppure, un medico di Capaccio chiede allo Stato italiano un risarcimento di due milioni di euro sulla scorta dell’argomento che «gli italiani sono incivili»: fatto che – argomenta sul Corriere.it – induce «l’alta sofferenza, il disordine e il degrado in cui sono costretto a vivere». Il denaro chiesto a risarcimento, poi, servirebbe a «iniziare una nuova vita per me e i miei familiari, in un altro Paese dove vige un modo di vita consono alla mia visione della società».

Io penso che quest’uomo abbia ragione. Il livello di brutalità delle relazioni personali è raggelante. E d’altra parte basta guardare uno qualunque dei forum che sul web raccolgono le testimonianze degli italiani espatriati: da Italiansonline a AltraIrlanda.it, Irlandando.it, (sì: c’ho una cosa con l’Irlanda; non starò qui a negarlo), Voglioviverecosì.com

L’unica dimensione possibile, a moltissimi, sembra quella dell’altrove. Come se la fuga fosse l’unico possibile orizzonte personale capace di sostituire l’impegno politico inteso come coinvolgimento in un progetto di «miglioramento» (per dir così) collettivo.

Come se non ci fosse nessun «contenitore» da riempire di futuro, e – contemporaneamente – come se quel poco di futuro che ciascuno riesce a immaginare per sé non avesse nessun luogo in cui poter essere immaginato.

È veramente disperante.

p.s. Nel frattempo ne ho saputo di più (capirai che eroismo). Il dottor Barlotti (ha lo stesso cognome di un altro fantastico produttore di mozzarelle di bufala di Paestum…) con quei soldi vorrebbe andarsene in Svezia con moglie e figli; non ha ancora depositato alcun esposto, e dice che altro che due milioni: «Avrei dovuto chiedere il doppio. Non c’è prezzo per quello che ho patito in tutti questi anni, nonostante che il mio lavoro lo abbia svolto sempre con dedizione, passione e onestà». Sì. È orribilmente disperante.