stupide musulmane, noi sì che siamo intelligenti

Ma come siamo bravi e veloci, eh, a scandalizzarci per il fatto che le ragazze musulmane francesi – «anche quelle che», si legge qui su Repubblica, «hanno avuto una vita come quella delle loro coetanee di origine europea» – «all’approssimarsi del matrimonio» ricadano «nelle tradizioni, nei ricatti delle famiglie, nell’assurdità di un uomo che vuole essere “l’unico”», e vadano a farsi rifare l’imene per fingere di essere vergini e compiacere il loro «unico uomo».

Ma scusate: e noi, qui, nella nostra evolutissima civiltà, cosa facciamo?
Le nostre ragazze non sono forse merce che un uomo debba giudicare accettabile prima di acquistarla? Non si costruiscono anch’esse enfatizzando le caratteristiche che immaginano necessarie a farsi comperare?
Non è che forse l’unica differenza è la quantità degli uomini ai quali ci si deve rendere appetibili?
Là uno e qui tanti, tutti, indistinti?
Non sarà che la «questione femminile» cacciata dalla porta rientra dalla finestra, anche se nessuno vuole vederla?