il pesce sfortunato e la stella marina

Oggi butta irish.
Sulla Stampa dell’ultimo venerdì, il «Buongiorno» di Massimo Gramellini mi è sembrato veramente bello.
Eccolo.

Per bilanciare il mal di stomaco dell’altro ieri, quando riportavo da «Specchio dei tempi» la storia di quei sensibiloni che sulla spiaggia di Varigotti giocavano a racchettoni usando come palla un pesciolino vivo, ecco la testimonianza refrigerante di un’altra lettrice, che sul litorale delle sue vacanze ha sorpreso due ragazze del posto con una stella marina fra le mani.

Avvicinatasi per assicurarsi delle loro intenzioni riguardo alla creatura indifesa, non è stata presa a sberle e neppure a male parole. Le indigene hanno cominciato col chiamarla «Signora», un appellativo che l’ha piacevolmente spiazzata, e hanno finito per esibirsi in amorevoli considerazioni sulla bellezza della stella marina, che qualche istante dopo è stata ricollocata in acqua con tutte le precauzioni del caso.
A poca distanza, scrive la lettrice, le madri delle due ragazze erano dedite a leggere fiabe ai figli più piccoli.

Forse dovremmo smetterla col pessimismo a buon mercato. Non è vero che tutto è perduto. Ci sono ancora delle adolescenti che rispondono con educazione agli estranei e che si incantano nel contemplare una stella marina.
E ci sono ancora delle madri che usano le favole per allenare il muscolo della fantasia, anziché affidare ai videogiochi portatili il compito di sterilizzarlo.

L’unica ombra, a voler essere proprio pignoli, è che tutto questo è successo in Irlanda.

P.s. Grazie a Gabriele per avermelo segnalato.