la verità non sta nel mezzo

Io non ero là, e perciò non posso sapere come sono andate le cose.
Ma sono persuasa che le parole hanno un peso in se stesse, e che la scelta di una parola invece di un’altra, l’accostamento dei vocaboli, la loro temperatura e il ritmo dei discorsi siano altrettanti indizi utili per la comprensione dei fatti, se solo si lascia lavorare quella parte del nostro cervello che accetta di comprendere prima ancora di formalizzare.

Quindi, riporto questa notizia: l’arresto di tre cittadini italiani di origine rom accusati di resistenza a pubblico ufficiale e di tentata rapina (della pistola di un carabiniere), reati che i carabinieri sostengono commessi mentre sei pattuglie tentavano di allontanare tre roulotte da un campo di Bussolengo, nel Veronese.

Confrontando il racconto degli arrestati e degli altri testimoni con quello dei carabinieri, i fatti sembrano estremamente diversi, e naturalmente questo è uno di quei casi in cui – piaccia o no ai finti moderati che parlano di dialogo sapendo che l’unica speranza per «dialogare» con loro è dar loro ragione – non ce la si può cavare sostenendo che la verità sta nel mezzo.
Gli uni dicono di essere stati picchiati, aggrediti, malmenati e umiliati; e alcuni di loro – dice la stampa locale – sono feriti.
Gli altri di essere stati sfidati e attaccati da «vili aggressori». Sempre secondo la stampa locale, nessuno di loro è rimasto ferito.

In ogni caso.
Qui la versione dei carabinieri.
Qui la versione dei testimoni non carabinieri.
E grazie ad Amedeo Tosi per la segnalazione.