nuovi universi paralleli: lusso&mercati

Dopo aver sentito:
– la Gelmini che dice «basta all’egualitarismo»;
– Bossi che dice che «gli immigrati» sono una risorsa negativa»;
– Gasparri che dice che Veltroni è stupido (…);
– Bondi che dice che la sinistra «conta tutto sull’individualismo» e ha una cultura «secondo la quale i desideri di una persona devono diventare diritti»;
– le suore che dicono «lasciateci qui Eluana», come se Beppino Englaro fosse un bastardo senza cuore;
– quattro naziskin che picchiando due ragazzi strillano «comunisti e partigiani di merda»…
Beh.
Dopo aver sentito questo, e molto di più, uno pensava di avere raggiunto la massima capienza, e di dover già agire sulla valvola del troppo pieno.

E invece, ecco che l’occhio – il mio – si posa su una cosa nera (sign o’ the times, avrebbe detto Prince), che è una copertina; nera con l’immagine di una regal corona di diamanti.

È la copertina di una rivista della quale ho ieri scoperto di essermi persa tutto l’anno primo e tutti i primi tre numeri dell’anno secondo.
Son sfighe.

Viene data in allegato al giornale, quello con l’immeritata maiuscola, e la testata è – attenzione: è tutto vero – «Lusso&Mercati – Stile, qualità, immagine».

non c’entra un’acca

Un qualitone: la seconda pubblicità del fascicolo riguarda un’azienda che fa piscine.
Anzi – come viene scritto – «piscine biologice».
Senz’acca.
Si vede che l’acca inquina.
Se non proprio l’acqua, magari lo stile.
O il lusso. O la qualità. O l’immagine. O i mercati.
A scelta.

il rapimento della «i»

La terza pubblicità è, invece, relativa a un cantiere di barche.
Sì: non «barce». Proprio barche con l’acca.
Però.
Si parla di «un’esperienza ormai ultratrentennale che spazia dall’allestimento degli interni, alle motorizzazioni per approdare definitvmente eccetera eccetera».
Definitvamente.
La «i» è stata rapita.
Chiederanno un riscatto.
Questi c’hanno senz’altro i soldi per pagarlo.

la rivista del buon governo

Alla pagina della gerenza, scopro con sgomento (la mia bocca diventa tonda come una «o») che Lusso&mercati&stile&qualità&mercati&ccetera&eccetera è associata – al femminile l’hanno scritto loro – «al sistema Confindustria», all’«Associazione nazionale editoria periodica specializ» («zata» non c’è), e – attenzione – al circolo il buongoverno di Milano.
Cioè a quelle cose di Dell’Utri.

Adesso. Che una rivista che si occupa di lusso e affini abbia una sua qualche remota possibilità di parentela con il solo concetto di buon governo a me sembra un’enormità per la quale si potrebbe anche inventare uno specifico titolo di reato.
Non so: procurato allarme gastrointestinale, con l’aggravante dei futili motivi.

mercato complesso opportunità aziende chiave bzzz

A pagina 13 c’è l’«Analisi» di una ragazza che è partner (oh, yeah) dello Studio Tizio & Company.
Titolo: «Un’alba di possibilità».
Sommario: «Questo momento di crisi deve essere sfruttato intelligentemente dalle aziende come chiave di volta per trasformare la complessità del mercato in opportunità di business».
Tipica frase, di chiarezza peraltro cristallina, che catalogherei sotto la fattispecie di «consiglio per il buon governo».
Per il buon governo dei ca*** propri, tipo.

il potere di quell’indicibile non so che

Rubrica «Esserci». Foto di un pensoso Marco Tronchetti Provera.
«L’affascinante presidente della Pirelli può ascrivere la popolarità raggiunta al suo potere imprenditoriale»: cioè i soldi e il potere fanno di un uomo che in tuta blu non sarebbe niente di speciale un appetibile partito.
Che come teoria, va detto, è del tutto inedita.
Nuova. Mai sentita.

che classe, che stile, che lusso, che mercati

Ma c’è un «ma».
«Ma lo charme che gli si riconosce è frutto maturo di una personalità marcata da stile e raffinatezza. L’esclusivismo che contraddistingue gli uomini d’affari d’alta classe si colloca al di fuori del mercato comune».
Che belle parole.
Come si sposano bene col «no all’egualitarismo» della Gelmini.

parentesi egualitaria

Che poi, tra l’altro, vorrei già che ci sono dire alla Gelmini che il 18 è tutt’altro che egualitario: è un votaccio. E se uno si laurea con tutti 18 vuol dire che avrà un voto di laurea basso, no?
Chi avrà tutti 30 e lode si laureerà con un voto alto, no?
Il punteggio di laurea è un discrimine, no?
Se la ministra crede di poterselo permettere, dialogherebbe un po’ con me – lei che al dialogo tiene sempre la porta aperta (purchè alla fine sia lei a fare un po’ il ca*** che le pare, ovvio) – su quale caspita di egualitarismo sia avere i voti dal 18 al 30? Per spiegarle la mia opinione mi basterebbero cinque minuti. Poi a lei, per assimilare il punto, lascerei tutto il tempo che vuole.

il rigoroso rossella

C’è anche un’intervista a Carlo Rossella.
«Bisogna recuperare vecchi abiti, cravatte, camice» (camice, yes: senza «i»: cioè il camice da lavoro), «e scarpe», dice, «senza buttar via niente. La gente invece oggi tende a buttare via le cose con troppa facilità, invece dovrebbe abituarsi a risparmiare».
Devo ricordarmi di telefonargli, perché sicuramente avrà una ricetta per il riciclaggio delle ostriche e del caviale che sono andati a male nel mio frigo.

e un ripassino ai verbi? no?

Ah. A pagina 66 ecco comparire Amedeo di Savoia Aosta.
Titolo: «Memorie di nobiltà».
Domanda dell’intervistatore: «Come definirebbe il suo rapporto col lusso?» (ma come sono cu-rio-sa di saperlo!).
Risposta: «Interpreto il lusso soprattutto come libertà» (?) «Nella mia vita non ho mai dipeso da nessuno, né politicamente, né economicamente». Nè sintatticamente, direi.

in idioma italiano

Pubblicità.
Tizio Caio architetto.
Tutto originale. Punteggiatura, «a capi» e traduzione compresi.
«Riconoscere al progetto il ruolo di operatore di sintesi
Credere al materializzarsi di ogni idea
Rendere dignità all’esito progettuale
Muovere al bersaglio senza esitazioni
Ricercare l’eccellenza, sempre» (ultima riga in neretto)

in idioma inglese

«To recognize to the plan the role of synthesis operator
To believe to materializing itself of every idea
To render dignity to the projectual outcome
To move to the target without hesitations
To seaarch the excellence, always».

No words.

il buco con il niente intorno

E infine.
Pagina 198.
Titolo «Vittoria al fair play».
Sommario: «Il polo si trasforma. Non è più uno sport d’elite, ma un’attività fondata su educazione e rispetto dell’avversario».
A rigore sta dicendo che nel polo di una volta non c’erano né educazione né rispetto dell’avversario.
Adesso sì, invece.
Dev’essere per la faccenda del buon governo.
Sì.
Per quello.
Ne sono quasi sicura.