i giri di quelli molto alternativi

c_e_bisogno_d_ariaAvete mai provato a guardare con qualche attenzione i blogroll dei vari blog?

La cosa ha una sua utilità.
È come guardare i necrologi: a seconda di chi partecipa al lutto della famiglia uno capisce qual era il grado di inserimento del morto nei gangli vitali del potere.

Provate, allora. Date un’occhiata.
E poi ditemi se anche Internet, il fantastico mirabolante mondo in Internet nel quale chiunque, anche il più sfigato dei ragazzini sfigati e brufolosi può smascherare le bufale del Potere (quelli integrati ce la raccontano così, oh yes), non è in realtà una succursale di quella compagnia di giro che si divide gli universi in sfere di competenza.

Esempio: c’è il giro di quelli che vanno dalla Dandini a presentare nelle più varie declinazioni (libri, libercoli, pamphlet, dvd, spettacoli teatrali e lungometraggi) il modello cultural-ludico della sinistra omeopatica.

Quello dei giornalisti molto molto fighi che ne sanno una più del diavolo e parlano a voce bassa bassa; quello dei super-esperti di web 2.0 che si interrogano su cosa accadrà quando i giornali di carta non ci saranno più e vengono trattati come Paolo Fox quando spiega l’anno della Bilancia o dell’Ariete nella trasmissione di fine anno.

C’è il giro degli alternativissimi che son così enormemente alternativi (non se ne può avere idea) da aver rifatto il giro dell’«alternatezza» ed essere tornati all’integrazione.

C’è il giro degli scrittori che cioè, noi siamo veramente al di là, siamo impegnatissimi a domandarci il senso della scrittura, ne parlavamo giusto tre o quattro giorni fa, non ci ricordiamo molto bene, con Baricco e Saviano, e però non se ne può più di quest’omologazione al ribasso…
E tutti a osannarli.

C’è il giro dei critici: i critici di mezza tacca e i critici con la «c» maiuscola.
Quello dei «para-grilli» del livello 1 e quello dei «para-grilli» del livello 2 (mediaticamente inesistenti ma molto affezionati all’idea della democrazia partecipativa).

È o non è carino che a scassare le palle sul fatto che l’Italia è un Paese immobile siano quelli che farebbero qualunque cosa (qualcuno penserebbe anche all’omicidio mediatico via Dagospia, forse) perché nel loro giro yè-yè non entri più nessuno, porte chiuse e via?
Non è fantastico che a tuonare contro lo strapotere delle consorterie dei potenti siano le consorterie rivali, quelle che riuniscono altri giri di potenti?