supermamme e superca*****

Veloce, perché mi stanno per levare la corrente.
No, ho pagato: è che nel condominio stanno facendo dei lavori, e oggi – tutto insieme – saremo privi di luce, riscaldamento e acqua.
Il gas ce lo lasciano.
D’altra parte, diversamente non potremmo suicidarci.

Leggo di questa cosa della donna che ha avuto otto figli.
Il pezzo – titolo «Una malata drogata di gravidanze» è già abbastanza indicativo, no? – mi sembra una colossale idiozia.
Problemi psichiatrici?
Assuefazione alla maternità?
Otto embrioni impiantati?
Ma in California questi interventi sono forse gratis? Perché se non lo sono, come diavolo fa questa tipa il cui fidanzato sta per tornare nel natìo Iraq ad avere tutti i soldi che servono per fare due interventi come questi (ha già altri sei figli, la ragazza)?
Come cavolo ha fatto a portare a termine una gravidanza così affollata? Anche per questo servono soldi!
Il parto trionfale?
Trionfale?

E intanto, veniamo informati che «infuriano le polemiche».
Ma va’?
«Sul lassismo delle cliniche, sull’assenza di controlli, sulla follia della maternità a tutti i costi. E mentre in Gran Bretagna c’è chi pensa, per motivi ecologici, di limitare a due il numero dei figli per coppia, gli Stati Uniti si ritrovano a fare i conti con l’anarchia riproduttiva».

La follia della maternità, eh?
Ma che bei moralisti…
Non è che dico che otto figli fatti così siano un’idea geniale.
Ma a parte il fatto che per me questa storia ha dentro altre cose che nessuno ci ha finora raccontato (e la renderebbero più spiegabile, più comprensibile), io vorrei sapere chi dà alla persona che scrive un articolo su questa vicenda – in America, in Italia, o sulla luna non fa differenza – il diritto di stabilire se il desiderio di maternità delle donne, o di una donna, è legittimo o folle.

Si vede che questi che scrivono si sentono degli dei.
Che le donne, da sole, non possono decidere.

Consiglio gratuito e disinteressato alle donne che hanno un desiderio di maternità: rivolgetevi a qualche giornalista, italiano o americano a seconda di quante lingue padroneggiate (ce ne sono di fantastici anche in chissà quanti altri Paesi).

Parlategli.
Ditegli: «Sire, io vorrei forse avere un figlio».
Lui vi potrà dire se il vostro desiderio è sano o folle.
Se avete il diritto o no di desiderare un figlio.
Di provarci.
Di farlo.
Lui sì che se ne intende.
E un maschio!