un’etica pornografica

neri_lagnosiFaccio fatica a dire quanta profonda emozione mi ha dato leggere questo pezzo che è uscito a pagina 49 di D-la Repubblica delle Donne numero 634.

Quand’è che l’Africa fa notizia?
Solo quando si parla di guerra o di pietà di massa

di Binyavanga Wainaina
(keniano, autore di How To Write About Africa e fondatore di Transition Magazine, rivista letteraria dell’Africa orientale. Dirige il Chinua Achebe Center for African Literature and Languages del Bard College a New York)

La maggior parte dei giornali non ha corrispondenti qui. Persino i gruppi più grandi hanno un solo giornalista che copre un continente. Per giustificare questa spesa bisogna scrivere storie molto grosse. E così si fa strada il «giornalismo della pietà». Questo tipo di giornalismo finge di fregarsene ma non è vero. Mostrerà grandangoli di campi profughi, un po’ di mosche negli occhi di bambini moribondi. Darfour. Kisangani. Ruanda. Ma nessuno spiegherà cosa sono davvero quei posti; l’attenzione è sullo spettacolo. Chi guarda è invitato a dire: «Dio, è terribile!». Forse manderà anche qualche dollaro.

La gente pensa che l’Africa è fatta così: seduta a mendicare, a morire, ad aspettare che arrivino persone in mimetica per recitare la pietà. Ma è molto utile anche per politici e celebrities.
Il copione è questo: le agenzie umanitarie hanno bisogno della copertura mediatica per avere i finanziamenti. Le Ong portano quindi i giornalisti in posti disastrati e gli offrono storie pietose. Vittime. In genere una donna con bambino è perfetta. Così la maggior parte delg iornalismo sull’Africa è embedded – non diverso da quello in Iraq dove si dice ai media cosa comunicare. la differenza è che qui i media amano le Ong. E chi non le ama? Salvano delle vite. ed è vero che in Africa succedono tante cose terribili. Ma parliamo di un continente con circa un miliardo di persone. L’Africa che «consumiamo» attraverso i media internazionali è fatta di personaggi da soap opera. Il loro mestiere è lamentarsi e mendicare. Non hanno sogni, speranze, progetti, passato e futuro. Sono soltanto dei neri lagnosi. Ma va bene mostrare questo lato perché i media sono caritatevoli. Hanno compassione. Non possono ammettere che invece questa è una specie di pornografia.
Che fa anche vincere premi ai fotografi. Quale giornale pubblicherebbe il cadavere di un bianco?
Quello di cui non si parla è il potere segreto di chi viene a salvarci. Chi recita la pietà non ammetterà mai il trip del potere, cioè guardare dall’alto in basso un altro essere umano e dire: io sono buono e loro sono patetici, anzi sono così buono che adesso li salvo.
Questa ricerca di potere è la fonte di un sacco di soldi nella mia città, Nairobi, dove atterrano migliaia di persone giovani, naif e ignoranti, per aiutare, salvare e nutrire. Ecco perchè l’economia di Nairobi è vibrante. Così, immagino che dovrei essere felice.