una mosca e i moscerini

Da domenica notte, in questa casa di cui sono ospite c’è anche una ragazza russa.
Alle 23 di domenica, dall’aeroporto hanno telefonato ai padroni di casa per sincerarsi che non fosse una ragazza schiava delle organizzazioni che sfruttano la prostituzione.
Mi hanno detto che succede anche per le studentesse brasiliane.

La ragazza si chiama N., ha 24 anni, si definisce economista, lavora in un’azienda, abita a Mosca con la famiglia, ha i capelli lunghi biondi, mossi e piuttosto opachi (“Sembra un’irlandese”, dice la padrona di casa. “Ha i capelli strawberry-blond”, cioè “biondo-fragola”, e cosa possano gli irlandesi trovare di biondo in una fragola mi rimane del tutto oscuro), gli occhi azzurri e una vocina piccola così.

Io gliel’ho detto, che non ci credo alla sua timidezza.
E lei ha sorriso come un’innocente seduttrice.
La padrona di casa le ha chiesto che effetto le ha fatto il piccolo centro di Dublino rispetto a Mosca.
E lei ha sorriso come una spia russa avrebbe sorriso a Bond, James Bond.

A cena, stasera, Margaret (la nostra ospite) le ha chiesto chi è, adesso, il presidente russo.
Lei ha detto che è Medvedev.
Margaret: “E ti piace, questo Medvedev?”.
N.: “Sì”.
Margaret: “E perché?”.
N.: “Perché è come Putin”.
Il che, bisogna dire, è un rispostone.

“Prima”, ha detto, “Putin era il presidente e Medvedev il capo del governo. Adesso Medvedev è il presidente e Putin il primo ministro” (che è la frase più lunga che le ho sentito dire in 48 ore).
“Secondo te”, le ho chiesto, “quanto andranno avanti, quei due, a scambiarsi i ruoli l’un l’altro?”.
Lei ha sorriso come una cucciolina di leone che vuol far credere alla sua preda che ha un casino di senso materno.

Ieri sera le avevo chiesto cosa pensava degli omicidi di giornalisti – perlopiù femmine, per la verità – che stanno avvenendo nel suo Paese.
Lei ha sorriso dubbiosa come una servizievole cameriera est-asiatica che non abbia ben compreso l’ordine ricevuto.

A volte sono così altruista.
Pensando di aiutarla le ho detto: “Sì, sto parlando di Anna Politkovskaja, hai presente?”.
Lei ha sorriso mettendosi in bocca una carota bollita di quelle che nelle pietanze di Margaret non mancano mai.
“No”, ha detto.
Non una parola di più.