due domande (e mezzo) ai letterati

Son giorni e giorni che mi ronzano in testa due domande (con una sottodomanda molto rozza).

Ma tutte queste persone che scrivono su Facebook e sui blog e sui siti e sui para-blog e sui para-siti che il tal libro è capitale, il talaltro capitalissimo, che il tal trattatello è imperdibile, che la tal scuola di pensiero intorno al tal periodo del Tal Sommo Autore, che i libri che si vendono tanto, insomma, farebbero anche un po’ schifo (in genere lo scrive chi vende molti libri, sembrerebbe), che la poetica di Pinczyk Pallinczycz è la prova più compiuta di quanto la letteratura abbia da dire in ordine ai temi del rapporto fra la tra-scendenza e l’im-maginario della vi-sione de-centrata del nichil-ismo storiciz-zante…
Beh.
Tutte queste persone:
a) quando ca*** trovano il tempo di leggere tutto quel che dicono di leggere (non dubito, eh)?
b) Quando vivono? Che rapporto c’è tra loro e la vita fatta di lavatrici da fare, piatti da lavare, preoccupazioni per la salute eccetera?
b.1. (che poi è la sottodomanda molto rozza, ma io la faccio indifferenziatamente a maschi e femmine. Anzi, ora che ci penso, un po’ di più ai maschi; dunque, forse, è un po’ meno rozza) Che rapporto hanno col sesso? Con quello «agito» (orribile uso transitivo del verbo agire, okay), intendo?