e se i calzini di mesiano fossero un’intimidazione?

mesiano_da_canale_5Che il servizio di «Mattino 5» sul giudice Mesiano – l’uomo che ha emesso la sentenza con la quale si condanna la Finivest a risarcire 750 milioni a De Benedetti – sia giornalisticamente apprezzabile è una cosa che purtroppo non riesco assolutamente a dire.
È risibile la qualificazione dei fatti che si intendono pretestuosamente – e inspiegabilmente – far passare per «stranezze»; è ridicolo l’elenco della singolarità di cui si sostiene abbia dato prova (calzini azzurri, sigaretta, sosta al semaforo, trattamento dal barbiere…); è sconcertante il tono di ilare dileggio con il quale si tenta di accreditare l’idea che si tratti di un servizio leggero, di «colore».

insufficiente

È un servizio che a me non piace affatto, anche perché è francamente mal congegnato, insufficiente a raggiungere lo scopo che si prefiggeva, sia che lo si voglia destinato a descrivere – come sostiene Brachino – la figura di un uomo fisicamente sconosciuto ai cittadini, sia che – e il punto che intendo affermare è questo, e cioè che non riesce nemmeno a «linciarlo» – lo si voglia ritenere destinato a demolire l’immagine pubblica e la credibilità del giudice.

privacy?

Nel servizio io non vedo ciò che vede il segretario dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Cascini, e cioè «un’intollerabile intromissione nella privacy di una persona», nel senso che credo che dopo l’emissione della sentenza si possa ragionevolmente ritenere che Mesiano è – ahilui – un personaggio «di interesse pubblico».
Tra l’altro, nessuna delle cose che di lui vengono mostrate rappresenta un momento di privatezza stricto sensu, poiché ogni sua azione ritratta nel video avviene pubblicamente.

e quale lesione?

L’argomento della privacy – invocato secondo me troppo spesso da chiunque, e purtroppo sovente con motivazioni speciose – c’entra qui come i cavoli a merenda.
Non mi è chiaro peraltro in quale modo l’aver ripreso in luoghi pubblici mentre faceva cose del tutto normali una persona che, per quanto possa non volerlo, è diventata persona «pubblica» possa configurare la lesione del diritto alla sua privatezza.

«pestaggio mediatico»

Nel video non trovo nemmeno traccia di ciò che invece dice di aver visto il presidente della Fnsi, il sindacato giornalisti, Roberto Natale. Per me, non c’è traccia di «pestaggio mediatico», in quel servizio.
Che – ripeto – è fatto troppo male per poter essere ritenuto idoneo a perseguire uno scopo qualunque. Posso sbagliare, ovviamente: magari è fatto benissimo, ed è del tutto sufficiente a screditare Mesiano. Ma a me, onestamente, non pare che immagini come quelle e affermazioni apodittiche e non consequenziali siano in grado di screditare nessuno.

la teoria del minus habens

Non mi sembra concludente nemmeno la replica del direttore generale news di Mediaset Mauro Crippa, per il quale è «facile prendersela con Brachino, quando l’informazione giornalistica è dominata da curiosità morbose, spionaggio a senso unico dal buco della serratura».
Se anche così fosse, non è che perché lo fanno gli altri lo debba fare anche Brachino.
E poi non capisco perché sia «facile prendersela con Brachino».
Forse che Brachino è minus habens?

il «giornale»

Io penso due cose.
La prima è che è molto più insidioso il terreno su cui si è mosso il Giornale, sostenendo che, in un ristorante, un uomo e una donna abbiano sentito Mesiano parlare male di Berlusconi e inneggiare a Prodi: chi può smentire il racconto di due testimoni? Nessuno lo potrà mai fare fino in fondo, in radice, convincendo qualcuno.
Nel migliore dei casi, ci sarà un certo numero di persone che dice «sì, l’ho sentito» e un certo numero di persone che dice «non è vero». Col che non si sarà concluso niente, e si sarà solo aumentato il «rumore» giornalistico.

«attento, ti teniamo d’occhio»

La seconda è che se quel servizio può mai avere un senso, l’unico senso che io riesco a vedere è l’intimidazione: «Mesiano, attento, ti teniamo d’occhio. Così come ti abbiamo ripreso mentre non facevi niente di male, sappi che possiamo averti ripreso mentre facevi quella certa cosuccia, o possiamo riprenderti quando meno te l’aspetti».
Quel che certamente non posso dire è che l’intimidazione sia intenzionale.