è morto mio zio

Questa sera è morto mio zio.
Ha aspettato che finisse la partita dell’Inter, che non era in grado di vedere e meno ancora di assaporare. Però ha aspettato.
Non poteva che essere così. L’ultima gioia se l’è presa da lì, magari inconsapevolmente.
I medici dicevano che era un paziente difficile. Chiedeva e voleva sapere, e ai medici a volte questa cosa sembra inaccettabile.
Penso che i medici dovrebbero fare un percorso di analisi su di sé durante gli studi, per attrezzarsi a non trasformare in rudezza o in contegno scostante il dolore latente e la disperazione esistenziale di lavorare sulla soglia fra la vita e la morte.

L’Inter va in finale di Coppa dei campioni per la prima volta da 38 anni.
Mio zio non poteva perdersi questa notizia.
Si chiamava Umberto.