l’eco dell’ego/messaggio sull’avvocato g.

Ricevo da un amico di Facebook

«Ciao Federica, appena letto il tuo librino.

L’ho trovato delizioso per l’intreccio e la storia (che non mi aspettavo… e invece quella silhouette in copertina avrebbe dovuto farmi sospettare!…), per le passioni d’Irlanda contenute, per la precisione che sempre usi con le parole e nel rendere “il pensato”, per la capacità di cogliere le tante sfaccettature (verità soggettive, oggettive o presunte tali, verità nascoste).

Un solo intoppo: appena finito mi sono affacciato sui miei scaffali e non ho trovato il tuo primo libro. Eppure ero sicuro… e invece nooooo!!!!
Va beh, quest’onta dev’essere lavata in modo adeguato. Andando in libreria, ovviamente.
Un carissimo saluto e grazie per avermi fatto divertire».

Gli rispondo che questa cosa mi rende contenta, e gli chiedo il permesso di copiare il suo messaggio sul mio blog. Lui risponde così:

Federica, cosa dirti? Grazie.
Per me va bene, se tu il post lo trovi centrato. E non ho problemi a comparire con nome e cognome: sono sempre responsabile di ciò che dico.

Una cosa che insegni anche tu: ad essere responsabili di ciò che si dice.
Poi è anche bello condividere la tua contentezza.
Tutto qui.
No anzi, un’altra cosetta: continua a scrivere, ne abbiamo bisogno».

Ecco. Io sono sicura che Antonio Celano sia un po’ troppo generoso. Però fa proprio bene al cuore.

D’accordo (la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, dica lo giuro): fa bene all’ego. Ce l’ho, l’ego. Non lo butto via.