i vestiti dell’oscar (the winner is penelope)

Okay.
Suona la sveglia, afferro il telefono, vedo che su Facebook ci sono delle notifiche e vado.

gajaSenza volere, è la mia amica Gaja Cenciarelli a darmi la notizia che, mentre dormivo, «La grande bellezza» ha vinto l’Oscar come migliore film straniero.
Appena mi trovo su Fb, la videata che mi appare sul telefono è quella del post che ho fotografato qui sopra, appena sopra queste parole (quante cose ci si inventa, eh, per allungare una riga…).

bianca
Mia zia, poi, mi piazza un post in bacheca per dire, in lettere maiuscole, che «I CAMPANI SONO CONTENTI». Credo ci siano dei punti esclamativi.
(Confermo. Ci sono).

Mi alzo.
Scendo.
Metto su il caffè.
E quando tutto è pronto a tavola per la colazione mi metto a guardare le foto sul pc.

Perché non…?
Già: perché non?

Ed ecco qui, dunque, la mia impressione sui vestiti delle star.
Lo so: come mi permetto…
È che anche le pulci hanno la tosse, come diceva mia nonna.

lupitaLupita Nyong’o.
Comincio da lei; cara, mi piace. Che bel nome (e che belle parole, nel suo discorso. Quelle sul dolore degli altri, dico). Giusto ieri avevo guardato un servizio sui suoi – ehm – outfit.
Come denuncia la freccina sul suo naso, le foto vengono dal sito del Corriere.
Lupita, allora.
Lo splendido vestito azzurro chiaro plissettato di Prada riesce a dare volume perfino al suo seno pressoché inesistente. Spesso lei utilizza scollature vertiginose a v. Non avevo capito, prima di vederle addosso a lei, che perlomeno sul frontale quelle scollature valorizzano il volume del seno. La piattezza resta ben evidente a una visione laterale, ma nella vita non si può avere tutto.
lupita1Lupita porta l’abito con una grandissima grazia. Vorrei vedere le scarpe, ma non ci riesco. Capisco solo che sono chiare, a punta. Mi piacciono, per quel che vedo.
La Lupita che preferisco, comunque, è questa in turchese. Fantastica.
Quello che non capisco, nelle scelte di Lupita per la serata degli Oscar, è questa cosa del cerchietto. Vedo che sui giornali si parla di quest’ornamento come di una cosa che «impreziosisce».
Bah. Forse. A me sembra sballato. Non so. Non è pop, non è da diva, non è rock, non è un segno eccentrico. Non è (quasi) niente. Non capisco.

cateCate Blanchett indossa un vestito del mio stilista preferito fra tutti: Giorgio Armani.
È un grandissimo disegnatore di vestiti, e ha un’idea del corpo delle donne che generalmente mi piace moltissimo.
Splendido il vestito, splendido il colore.
Ma per la miseria: ha lo stesso colore della sua pelle e dei suoi capelli.
Se non fosse per i volumi e i luccichii quasi non si capirebbe nemmeno che è vestita.
Ho qualche dubbio anche sulla posizione del taglio in vita, ma non so se è un’impressione dovuta alla foto, al corpo di Cate o a un mio errore.
Il capello scoraggiato e slavato (è come se ci vedessi anche delle mollezze opache da doppie punte… Possibile?), il trucco discreto… Mmh. Ci sono situazioni in cui osare un pochino pagherebbe di più, credo; soprattutto se si tende ad essere, complessivamente, un’entità di colore beige.

leonardoEd ecco Leonardo Di Caprio.
Non so che dire.
È goffo, pieno di fondotinta, azzimato. Ha gli occhi gonfi. Quel capello all’indietro gli dona come un machete che spunta dal petto (comprese le macchie di sangue sullo sparato, intendo). Nella foto a figura intera tiene il portamento di chi ha un sedere talmente pesante che per bilanciarlo deve chinarsi in avanti. Certo: può succedere a chiunque, le foto sono solo l’istante di una vita (magari pure visto dall’alto, dalla prospettiva sbagliata). Però, ecco. Postilla: con quel vestito, quei capelli, quello sguardo, Leonardo è sexy come un parente zitello (ricco, savasandìr) al tavolo della vigilia di Natale. Emana lo stesso irresistibile chimico. Zero.

kateSemplicemente agghiacciante Kate Hudson, con un abito lucente e spalline da Mazinga Zeta.
Ma è veramente Kate Hudson? Cos’è successo alla sua faccia? Sembra di due taglie più cattiva.
Non capisco bene il retro dell’abito, ma quel che ne intuisco non mi piace per niente.
Mi pare una specie di mantellina rotonda tipo quelle che una volta mettevano i parrucchieri quando ti tagliavano i capelli. Quelle erano mezze trasparenti, di raion, di nailon. Non lo so. Magari avevano anche un merlettuzzo in fondo (no, qui il merlettuzzo non c’è).
A proposito di capelli: sciolti, lasciati andare così, le danno un’aria trasandata; le labbra rosine e l’assenza di colorito sulle gote rendono difficile la percezione del punto di stacco fra il vestito e il corpo. Se non fosse per il luccichio del raso, dico.

jenniferQuesto, invece, è l’esempio di quanto differentemente si possa portare un abito di concezione simile.
Parlo di Jennifer Lawrence e Julia Roberts, che indossano entrambe un abito con la balza in vita. I due abiti hanno un tono e un peso differente: Julia ha lo scollo a v schermato da uno scudetto di pizzo un po’ così. Jennifer ha lo scollo diritto, niente spalline. Il tessuto del vestito della Roberts è un po’ pesante (damasco?), e quello della Lawrence sembra seta (forse raso, a giudicare dalla parte terminale).
juliaBe’. La Roberts porta quell’abito in modo totalmente inelegante, senza grazia. Ha l’aria di una benzinaia a cui qualcuno ha detto «alzati da quel ca@@o di sedia, metti questo vestito e corri al teatro. Come “quale teatro?” Corri!!!». La Lawrence sta stare dentro quel vestito come se fosse stato fatto apposta per lei, come se potesse andarci anche a dormire. Tipo che tu le suoni il campanello alle sei di mattina e lei ti apre la porta con la vestaglia di pile sopra il vestito rosso, come.
Sarà perché qui in Irlanda ho visto millanta vestiti con la balza, di tutti i prezzi e in tutte le lunghezze, ma se io fossi la signora o il signor Givenchy Couture (abito nero di Julia Roberts) una telefonatina di reclamo a Julia la farei. «Julia». le direi, «la prossima volta vai direttamente a far spese a Limerick da TkMaxx, alla Unit 8 del Parkway Retail Park, su Childers Road. Lascia perdere tutto il resto e vai là».
Ieri sera, su un canale che non so, davano Erin Bronkovich.
C’era un’inquadratura di Julia Roberts in minigonna: per la miseria, aveva gambe interminabili. Era così alta e meravigliosa.
Penso che le foto possano trarre in inganno. Per lei come per qualunque altro di questi splendidi attori che visti di persona lasciano probabilmente senza fiato qualunque sia la natura dei loro abiti o il loro portamento…

angelinaAngelina Jolie è fantastica, sempre più bella. Perfino intensa, cose da pazzi. Io non so capire perché il marito abbia sempre quell’aria ingrugnata, la fronte raggrinzita. È preoccupato? Pensa di essere più sexy se non ride? Ha un tic? Comunque: La Jolie è fantastica, ma quest’abito bellissimo la rende un po’ «sposona». Il colore-non colore la mortifica. Lei lo porta benissimo, ma non so: c’è qualcosa che quell’abito le porta via. Anche qui, ho dubbi sul punto vita. Quanto al capello sciolto, be’, lei è una delle poche donne a cui il capello sciolto non sottrae eleganza.

Per pietà non dirò nulla dei capelli, del vestito, del trucco e della stola confettosa di Lady Gaga – vedi qui – né dell’effetto statua di marmo verniciata a forno di Sandra Bullock, che, ecco qui, diventa più giovane ogni giorno che passa.

anneSu Anne Hathaway sono in difficoltà, così come su Meryl Streep. L’effetto spezzato ha un suo perché, certo. Ma tutto quel pietrame sul busto ha l’aria di essere enormemente pesante, e di poter spezzare gli ossicini di Anne da un momento all’altro, senza contare che la cintura non fascia la vita e crea – a giudicare da quella foto – un effetto-sacchettino che non mi piace.
merylQuanto alla Streep, io capisco che lei ha un’età. Ma il suo bianco e nero ha forse un taglio troppo deciso in vita. Non so: è come un accoppiamento dell’ultimo minuto che non tiene conto dell’effetto generale. Il sopra è molto bello, dà luce al viso. Il sotto è molto bello, scivola meravigliosamente. Insieme non stanno bene, però, anche se la pesantezza dei tessuti è perfettamente compatibile.

goldieUltime due cose.
La prima riguarda Goldie Hawn.
Ommammamia.
Sembra un Boero al liquore preso da un espositore di plastica blé sul banco di legno alla stazione delle Ferrovie Tranvie Vicentine, FTV, odore di fumo, aria umida (memorie dal sottosuolo, eh. Roba di quand’ero piccola e prendevo quelle specie di littorine a Vicenza insieme a mia madre).
L’abito sembra una cosa da Love Boat, o da casinò di Las Vegas.
Anche i capelli, a dire la verità. Perché li lascia sciolti? Perché tiene la frangia?
E anche il viso botulinizzato. Perché?
I fili dorati e brillanti che coprono le braccia non riescono a sembrare un motivo decorativo, ma si autodenunciano per quello che probabilmente sono: un modo per coprire braccia un po’ in difficoltà.
Ma perché agli uomini nessuno chiede di mostrare le loro braccia, la notte degli Oscar? Anche le loro braccia invecchiano.

penelopeInfine.
Penelope Cruz.
Lo so, lo so. C’è quell’effetto peplo.
Lo so. C’è quel contrasto di colore così forte fra il rosino e il nero.
Eppure, a me sembra che lei porti quell’abito in modo splendido.
È elegante, misurato, leggero. Una nuvolina che sembra necessariamente profumata.
La veste senza intrappolarla (confronta Sandra Bullock, o anche il Dior di Charlize Theron: ma perché le spalline trasparenti? Perché? E perché tutto quel Botox? E perché quei capelli che sembra abbiano bisogno di uno shampoo?). Con questo vestito la Cruz, che avrà tutte le belle qualità ma non si può dire che sia angelica, conquista un’aria eterea, da angelo che fluttua senza bisogno di camminare. Non è detto che per una donna sia un bene, ma insomma.

jaredInfine. Alle orecchie di un’anima molle come la mia, le parole di Jared Leto sembrano molto belle, perché parlano al mio stupido cuore pessimista, sconfitto e stanco:

Nel 1971 in Louisiana un’adolescente incinta del secondo figlio, aveva lasciato il liceo. Era una ragazza madre che ha trovato una vita migliore per lei e prospettive per i propri figli. Li ha spinti ad essere creativi e a lavorarare duro. Questa donna è mia madre, ed è qui con noi stasera.

Ma ai miei occhi di appassionata di moda, di stoffe, di accostamenti, di colori, di effetti e di estetica (con severissimi sensi di colpa moral-femministi, e non sto scherzando neanche per scherzo), il suo vestito (essì: lo chiamo proprio «vestito») sembra proprio brutto. Sarà anche Saint Laurent, ma il bianco/nero inquieta: è un po’ cameriere un po’ gigolo. E il pantalone stretto senza piega portato con scarpe di vernice a me non sembra una di quelle gradevoli contrapposizioni che fanno tendenza, ma una specie di esperimento scientifico mal riuscito. L’unico aggettivo che mi viene per i capelli di Jared è ‘boh’, e non è neanche un aggettivo. Appena li ho visti, l’unica cosa che sono stata capace di immaginare è stata che quando si è tolto la giacca candida, di sicuro le punte dei capelli gli avranno lasciato degli aloni grigiastri.

Niente da fare nemmeno per Matthew McConaughey e il suo nero-bianco-nero-bianco-pantalone extralungo. La moglie, poi, fa venire voglia di andare a consolarla.

Ho scritto «infine» più di una volta.
È che quando si tratta di vestiti non mi so tenere.
La fortuna è che sono povera.
(Quasi quasi mi mando affanc@@o da sola).
Oddio, ho chiuso un post con la parentesi come la Rodotà.
No.
In effetti ho aggiunto altre due frasette.