la svolta

uomo_con_piccioneLeggo su un giornale:

«Svolta nell’inchiesta sulla «parentopoli» […].
Senza attendere la pronuncia della Corte di Cassazione Sezioni Unite relativa ad una truffa subita dall’Amia di Palermo (che dovrebbe indicare i criteri in base ai quali poter qualificare un ente come pubblico), il procuratore della Repubblica XY ha chiesto il rinvio a giudizio per i nove vertici delle aziende partecipate del Comune di X e per i due componenti del Cda di XYZ in carica fino al 12 luglio 2012».

La Cassazione è un giudice, di legittimità e non di merito, che sentenzia su un caso specifico: in questo caso, sull’Amia di Palermo, viene detto.
La sentenza della Cassazione non ha un valore erga omnes come una pronuncia della Corte costituzionale: è un precedente giudiziario di cui si può tenere conto.

Perché, dunque, prima di decidere se chiedere oppure no il rinvio a giudizio per gli indagati il procuratore avrebbe dovuto attendere la pronuncia della Cassazione?
La Cassazione non è la Consulta; un giudizio pendente davanti alla Cassazione non può interrompere un altro giudizio o rallentare un procedimento.

E perché la richiesta di rinvio a giudizio è una «svolta»?
Non è uno dei due modi con cui un’indagine preliminare può concludersi?