elettori, una prece

Mi rendo conto che la miniera è peggio. Però, se non vi costa troppa fatica, pensate anche a me, stasera e stanotte, quando guarderete la tv, compulserete il web, ascolterete la radio per avere notizie sui risultati delle elezioni.

Pensate anche e me, per favore, che sarò là al desk a leggere e a tagliare e a incollare e a interpolare e a intercalare e a gerarchizzare e a qualunquecosizzare numeri, dati, confronti, dichiarazioni, deliri, stronzate, ingiurie, proclami diffusi dalle agenzie.
A me che sarò là a tremare per i risultati, a vedere istante per istante i profili via via sempre più inesorabilmente chiari dell’Italia che verrà.
A rendermi conto momento per momento di quale sarà il tipo di discorso politico che impererà nei prossimi mesi, o anni.
A misurare – chiunque vinca – le dimensioni della sconfitta della vera politica, e senza possibilità di fare spallucce perché fare i pezzi e scrivere i titoli saranno affari miei.

L’altra volta, nel 2006, facemmo le tre di notte. Stanotte non so come sarà, ma per favore pensate a me, e al mio bambino che – come praticamente tutte le sere – si dovrà addormentare col babbo.
Okay: questa era un po’ troppo strappacore. Fate conto che l’ho ritirata anche se la lascio per una questione di auto-marketing.