un favore alla famiglia (cristiana)

Volentieri aderisco alla richiesta di Piero, che mi domanda di dar spazio a questa lettera di solidarietà a Famiglia cristiana, così chiunque voglia firmare l’appello di Beati i costruttori di pace può farlo arrivandoci anche da qui.

La lettera si chiude con una frase in cui si chiede al direttore del settimanale dei paolini di accettare di «essere segno di contraddizione non solo nella società, ma anche dentro la Chiesa. Siamo in tanti a chiedervelo», si legge, «perché siamo ormai in troppi ad averne bisogno».
Pur condividendo larga parte delle valutazioni e delle affermazioni della lettera, mi pare giusto precisare che io non la firmerò, per due motivi che mi sembrano seri.

In primo luogo, perché non mi sento parte della chiesa.
In secondo luogo perché non mi sento tra quelli che hanno «bisogno che i paolini siano segno di contraddizione nella chiesa», perché dalla chiesa non mi aspetto assolutamente niente, e men che mai dai suoi regolamenti di conti interni, per quanto animati dalle migliori intenzioni possibili. Mi rendo conto che «regolamenti di conti» può sembrare un’espressione forte, ma secondo me le cose vanno chiamate con il loro nome anche se riguardano la chiesa.