a proposito dei maiali irlandesi (eccetera)

Non è la patria dei maiali (anzi: gli isolani mi perdoneranno per averlo anche solo pensato), ma dei manzi (e qui mi scuseranno gli italiani, con le loro manie di supremazia virile su tutti gli altri colleghi del pianeta), però fa lo stesso molta impressione che l’Autorità irlandese per la sicurezza alimentare abbia ordinato il ritiro e la distruzione di tutte le carni suine, contaminate da diossine via mangimi.
Le autorità britanniche dicono che il rischio non è poi così significativo. Dunque, un rischio senz’aggettivi comunque c’è.

L’idea di un’Irlanda di smeraldo, mitologica e incontaminata è leggendaria quanto quella di un’Italia gioiosa e felice, lo so.
Però leggere che «l’Autorità irlandese per la sicurezza alimentare sostiene che l’esposizione dei consumatori irlandesi alla diossina (che deriva da gas di scarico, fumi industriali, fumo di sigaretta e combustioni) è bassa, se comparata a quella di altri Paesi europei, e ben al di sotto della soglia massima di tollerabilità stabilita dalle organizzazioni scientifiche internazionali» non è esattamente quel che piace sentire a una che sogna che esistano luoghi in cui la vita va più lenta ed è meno insensatamente competitiva (ho detto «sogna», in effetti…).

D’altra parte, a ricordare la deprimente circostanza pensa anche Michael O’Leary.
Il boss della Ryanair ha promesso di licenziare l’intera dirigenza della compagnia di bandiera irlandese Aer Lingus se riuscirà a condurre in porto la sua offerta d’acquisto, per la quale ha messo a disposizione 748 milioni di euro.

Il sant’uomo che ci tratta tutti come mucche da infilare in carri bestiame volanti sarebbe anche disposto a tenersi – la gentile concessione fa addirittura parte dell’offerta, come se Barrington fosse un calciatore – il chairman Colm Barrington, ma tutti gli altri dovrebbero gentilmente andare fuori dei piedi. «Se si dà un’occhiata alla dirigenza», dice O’Leary, «a parte un certo numero di eccezioni anche rilevanti, il resto di essi è proprio preciso al board del dannato Fas» (il Foras Aiseanna Saothair, ovvero l’Autorità nazionale per la formazione e per l’impiego). «Sono tutti compagnucci di Bertie Ahern, l’ex premier dimissionario, o emissari politici dei sindacati».
E dunque, «bisogna buttarli fuori tutti e poi sparar loro addosso».

Quanto mi piace questo maschio realismo decisionista, aziendalista e antisindacale.
Quanto mi piace questo modo di parlare così leghistizzante (nonostante la pubblicità anti-Bossi).
Quanto mi piace pensare che l’Irlanda sta reagendo così bene alle sfide della globalizzazione.
Che dia da mangiare ai suoi maialini tutte cose naturali come le pannocchiette.

P.s. La foto l’ho presa qui.