saviano ha visto gente

in_vetrinaTERREMOTO: SAVIANO ALL’AQUILA, RACCONTO ITALIA CHE RESISTE
(ANSA) – ROMA, 13 APR – L’Aquila è stata la prima città che ha concesso la sua cittadinanza onoraria a Roberto Saviano. E lo scrittore, autore di Gomorra, non lo ha dimenticato. Oggi è andato in Abruzzo «a raccogliere storie e soprattutto perché sentivo di doverlo fare», ha detto al Tg5 in un servizio trasmesso questa sera nell’edizione delle 20. «Ho visto tanta gente – ha detto Saviano – che ha voglia di riprendersi: la stessa gente che potrà fare da scudo alla criminalità che – ne sono sicuro – si sta già organizzando per la ricostruzione. Stare qui significa raccontare l’Italia che resiste».

Dunque, all’Aquila è arrivato un personaggio. Ecco il motivo per cui l’Ansa decide di farci avere la notizia.
Io capisco molto bene che chi racconta per lavoro possa aver voglia – o anche sentire il dovere – di raccontare quel che accade all’Aquila.
Ma a me sembra che la notizia sia ciò che quel qualcuno – chiunque – racconterà, e non il fatto che quel qualcuno ci vada.

Se la notizia, invece, diventa l’arrivo del futuro «raccontatore» prima ancora che il «raccontatore» abbia alcunché da raccontare, a me pare che l’operazione riguardi la fama del «raccontatore» e non il suo racconto (che, tra parentesi, considero fuori luogo definire «racconto dell’Italia che resiste», perché casomai è il «racconto dell’Aquila», o «dell’Abruzzo» che – eventualmente – resiste. Ma questa tigna – lo ammetto – è un problema mio).

Posso sbagliarmi, ovviamente, ma io penso che Saviano sia – chiedo scusa per la definizione: non intende essere denigratoria, ma solo riflettere una situazione che a me pare di fatto – la perfetta «merce» da esportazione del sud. Come la mozzarella di bufala, per dire.

Un prodotto retorico la cui incontestabile collocazione nell’Universo Lineare e Semplificato del Bene consente a sua volta la «vendita» del prodotto «sud-che-piace» sugli stessi scaffali (a me il problema pare questo) in cui si vendono le mercanzie «sud-indolente», «sud-che-da-solo-non-fa-niente», «sud-immondizia», «sud-trattato-alla-maniera-di-Gianantonio-Stella».

Una cosa simile a quella che viene fatta da queste parti quando un fatto di cronaca nera (o di cronaca politica, visto quanto l’attuale giunta municipale aiuta a creare fenomeni – anche immaginari, come le multe a chi mangia vicino ai monumenti: pratica im-pos-si-bi-le da estirpare come la realtà dimostra, ma ormai l’effetto-annuncio è stato incassato e la realtà non conta più – vendibili come notizie) spinge i difensori della città (ah, quanti sono!) a dire che Verona è la capitale del volontariato, che ha un cuore grande, eccetera.

Tra l’altro. Saviano dice: «Ho visto tanta gente che ha voglia di riprendersi: la stessa gente che potrà fare da scudo alla criminalità che – ne sono sicuro – si sta già organizzando per la ricostruzione».
Come possono essere, queste parole, qualcosa di diverso da un esercizio – piuttosto semplice, anche – di pura e splendente retorica?
Credeva forse che avrebbe incontrato gente che non aveva voglia di riprendersi?
E se anche c’è un po’ di gente che non ha voglia di riprendersi perché magari – facciamo – è depressa, pensava davvero che la sua sola presenza sarebbe bastata a far loro dimenticare temporaneamente la depressione e a farli uscire dalle tende, così da consentirgli di rilevare l’inattesa presenza di gente che nonostante l’uscita dalla tenda non ha voglia di riprendersi?
E come può sapere che quella gente farà da scudo alla criminalità?
Chi glielo garantisce?

Aggiungo solo questo, per chiarezza: il fatto che io pensi questo non significa minimamente che non creda alla genuinità della – come posso chiamarla? – «vocazione», delle motivazioni e della determinazione di Saviano.
Non ce l’ho con lui, insomma.
Credo che meriti quel che ha, e mi dispiace che lo paghi a questo prezzo.
Ciò che mi lascia perplessa è il suo ingresso nell’Olimpo del «mediaticamente facile»; è la sua «profetizzazione»; la sua riduzione a bolo comunicativo premasticato che dev’esser reso digeribile anche – lo dico? Lo dico, mi perdonerete – alla casalinga di Voghera.

Non che a me piacciano le cose indigeribili alle casalinghe di Voghera.
Però quel che viene confezionato allo specifico scopo di farlo digerire a loro, a me non piace.
Un esempio?
Anche due: Berlusconi col caschetto, e Berlusconi che abbraccia la vecchia piangente senza denti.

Postilla: chiunque mi chiedesse di scegliere fra Saviano e la camorra sappia che sceglierei Saviano, e non solo perché l’alternativa è radicale