l’«utilizzatore finale»

facciamo_luceIn relazione alla vicenda politico-postribolare di cui tratta – con i guanti gialli, ipotizzando fin d’ora che possa essere tutto falso – il Corriere di oggi, segnalo l’incredibile difesa dell’avvocato di Berlusconi, Niccolò Ghedini, che dice questo:

«Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile».

A parte l’uso scorretto della congiunzione «ancorché» (eventualmente da sostituire con un «se anche»), l’avvocato Ghedini sta dicendo che se anche questa ragazza dice il vero – e cioè che è stata pagata per andare a feste berlusconiane, e che è stata pure ulteriormente ricompensata con la candidatura – beh, che male c’è?

In quel caso Berlusconi non sarebbe che l’«utilizzatore finale» dei servigi femminili per i quali la procura pugliese ipotizza – sembra – l’induzione alla prostituzione, e poiché egli non ne trarrebbe alcun vantaggio economico il suo comportamento non sarebbe penalmente rilevante.

Ghedini dev’essersi distratto, o forse crede che qualunque cosa faccia Silvio sia ben fatta, per definizione: ciò che infatti sostiene è che se la ragazza dice il vero e se si dimostrerà che la procura ha ragione, Berlusconi sarebbe solo un «utilizzatore finale» di prostitute.
Niente di penale.

Siamo così assuefatti a tutto, che la linea di difesa di Berlusconi si attesta sull’«e anche se per assurdo fosse un puttaniere?».