non fa neanche il caffè

I critici hanno ragioni da vendere: le cose che l’iPad non fa sono tantissime (e tra l’altro la Apple l’ha copiato dalla Fujitsu che lo fece uguale uguale uguale nel 1491, un anno prima della scoperta dell’America, nei suoi stabilimenti di Atlantide).

In primo luogo, si segnala una mancanza cruciale per il mercato italiano: l’iPad non fa il caffè, anche se pare che la versione 2.0 sia in predicato di offrire l’opzione american coffee (solo tiepido, però).

Poi, va rilevato che l’iPad non fa da brandina, e neanche da poltroncina pieghevole quando l’utente, stanco, ha bisogno di staccare un po’.

Nonostante la discreta quantità di feritoie e buchi dai quali teoricamente si sarebbe potuto far transitare il getto, il dispositivo – sciaguratamente – non può funzionare nemmeno da insetticida.

Alcuni segnalano anche la spiacevole circostanza che l’iPad non fa le fotografie neanche se lo implori (qualcuno in ginocchio è stato visto e fotografato da un giovane giapponese di passaggio, ma niente da fare).
E d’altra parte un aggeggio tascabile come quello sarebbe stato veramente comodo per scattare l’istantanea di un momento da ricordare.

L’iPad non riesce nemmeno a mandare affanculo i rompiscatole, e questa è effettivamente una delle features di cui l’utenza sente maggiormente la necessità di un’implementazione.

Infine, rimane assolutamente inspiegabile il motivo per cui un apparecchietto grande più o meno come un foglio A4 non sia stato abilitato a fare e ricevere telefonate: gli osservatori sono concordi nel ritenere che, avvicinato all’orecchio, sarebbe stato comodissimo.