associazioni di idee

La prima parola del titolo è «mamma».
Il sottosenso è molteplice.
C’è un «ma come? Sei mamma e non ti basta? Vai a pensare al turgore del seno (e niente dici nemmeno a tuo marito, vedi qui), quando dovresti goderti le gioie della maternità?».

C’è come una censura implicita, come se le diciottenni che vanno in tv avessero il diritto di rifarsi il seno e lei no. Certo: tutti pronti a dire alle ragazzine di non rifarsi il seno; però quando vanno al Grande fratello con le loro superdotazioni finisce che diventano famosette…

meglio il rictus

Questa mi piace un casino.
Proposta: mettere la foto del conduttore o della conduttrice e poi far scorrere un rullo di testo con le notizie.
Certo che è fantastico: questi si rendono conto dell’esistenza del linguaggio del corpo e dimenticano completamente il senso delle parole. In primis di quelle che pronunciano loro, che sono necessariamente neutre obiettive e veritiere, mentre le faccette degli altri son denigratorie.

E questa storia dell’«immagine nuova»…
Mio dio, che stronzata.
Che relazione avrà con la credibilità, una faccia nuova?
Piena retorica del nuovismo.
Piena retorica dell’immagine.
I contenuti? Ecchissenefrega.

i colori del cuore, il cuore dei colori

Qua c’è una questione di colori, e io non ci avevo mai riflettuto prima di vedere, ieri sera, la festa dopo la partita.
Non avevo mai pensato a quanto alcune parti dell’immaginario affettivo possano essere così strettamente collegate non solo a volti, a profumi, a luoghi o prospettive, ma anche ai colori in sé.
Vedere esultare gente vestita a strisce nerazzurre su uno sfondo verde ha ripescato e mobilitato, ieri sera, pezzi emotivi di me che non immaginavo neanche di possedere e invece avevo memorizzato e categorizzato dentro da qualche parte.

L’associazione di idee che ha funzionato è stata «nero azzurro verde festa oro cielo stadio qualcuno che mi è vicino è felice posso gioirne anch’io».
Non posso dire di essere veramente interista, anche se mio figlio lo è.
Ma posso dire che il fatto che mio zio morto da poco sia stato interista ha colorato anche il mio immaginario emotivo (e non solo quello dei maschi di famiglia) di nero e di azzurro a strisce.
Può darsi che quel che dico corrisponda all’assolutamente ovvio meccanismo del tifo, che si trasmette proprio per queste vie. Ma io me ne sono accorta, forse in ritardo, ieri sera.

un bacio a maria pia

Infine.
Ieri in piazza ho incontrato la mia amatissima compagna di banco delle medie.
Non le parlavo da più di vent’anni.
Che bell’incontro.
Che gusto nell’abbracciarci.
Che bella storia mi ha raccontato.
Lascio che scenda; poi ne scrivo.