i padroni perseguitati (o della par condicio dell’iss)

Una notizia di agenzia riferiva oggi che – fonte l’Istituto superiore di sanità – i bevitori «a rischio» (sono d’accordo: questa è sempre una definizione vaga e semplificata; serve a incutere timori e non a spiegare) sono concentrati al nord.

Ecco il commento di un lettore, che ha appreso di questo studio dal sito web di un giornale locale:

Al nord ci si sballa bevendo, ok, ma del centro-sud in cui ci si sballa maggiormente con droghe di vario tipo non se ne parla in questa indagine?

C’è da rimanere annichiliti, direi (e non solo per il raddoppio del complemento di argomento di «del centro-sud … non se ne parla, in questa indagine?»; è un errore che mi irrita moltissimo, anche perché lo fa il 99 per cento di chi parla e scrive, ma pazienza).

In primo luogo, sembra che perfino le ricerche dell’Iss – e non parliamo, poi, degli articoli di giornale che ne riferiscono – debbano soggiacere, per un elementare principio di equità che risulta chiarissimo solo agli occhi di questi sciocchi e ferocissimi animali da guardia che popolano pieni di acido livore le nostre strade e le nostre città, a una specie di par condicio.

Tipo così.
Dice uno studio che – ipotesi – i cocker sono animali fedeli?
Bene, bravi. Ma che fenomeni.
E perché lo studio non ci dice anche che gli orsi mangiano le pecore?
Cos’aveva, questo bello studio, da nascondere?

In secondo luogo, mi fa orrore l’afrore di razzismo antimeridionalista che spira da qualunque buco, qui in Veneto, venga lasciato anche minimamente aperto: certo, noi ci ubriachiamo e va bene; ma i terroni, eh? Quelli del «centro-sud», che si sballano con le droghe? Quelli niente?
(Retropensiero: almeno noi sballiamo con cose naturali…)

È una mania di persecuzione che continuo a trovare assolutamente singolare, perché viene nutrita dai neuroni di bipedi che risultano purtroppo politicamente e culturalmente, per così dire, egemoni; e cionondimeno continuano indefessi – come possano, francamente non so – a recitare la parte dei poveri vituperati calimeri che vengono bistrattati da tutti; pur potendo, giusto essi, decidere le sorti dell’intero Paese!

La corruzione del linguaggio, dei temi e dei significati mi sembra drammaticamente evidente.
Ma ho l’impressione che appaia evidente più o meno solo a me…

Che poi.
Che cosa sa, questo lettore, del fatto che – per dirla come la scrive lui – al «centro-sud» (ma quanto mi piace questa cosa di premettere a qualunque localizzazione percepita come estrema un «centro» per attenuare l’impatto dell’ardire che si è avuto e per sentirsi miracolosamente «moderati») usano le droghe?

Lui, il lettore, può dubitare – non sarò io a dirgli che sbaglia – delle cifre e delle valutazioni dell’Istituto superiore di sanità; ma chi legge le sue parole non dovrebbe dubitare – prodigio! – di quel che afferma lui, e cioè che al «centro-sud» ci si fa di droghe.

La cosa meravigliosa, per come la vedo io, è che l’onere della prova è sempre altrui.
Io c’ho ragione, tu torto e sei pure in malafede.
E tutto si riduce a questo.