non lo so, si ripete m. mentre cammina piano

Non lo so, si ripete M. mentre cammina piano sul marciapiede stretto. Io non lo so.
Un mantra, un ritornello, una difesa.

Ma cammina. Tenendo in mano il telefono. Non guarda la strada. Non guarda la gente. Se non si scontra con i pali della luce è perché la sua pelle riesce a sentire tutto, adesso. Il suo corpo è senza difese, aperto, liscio. Tutto quel che le succede dentro e intorno ha a che vedere con il fatto che è una donna.

Ho capito male.
Non sono sicura.
Sento il rombo del mio motore e lo stridore dei miei freni.
Voglio correre.

Ehi, tu. Lo sai che adesso la mia pelle sente tutto? Lo sai?

Ci sta pensando da giorni ma non se lo vuole dire, e non lo vuole dire a lui.
Lui può capirlo da sé.

Lo capisci, eh?
Riesci a capirlo? Hai paura? Voglio che tu non ne abbia abbastanza. Di paura.

No che non ha paura; B. non può aver paura.
M. non lo vorrebbe, se avesse paura. Non c’è bisogno di parlare.

Sei disposto a non parlare?
Lo so che quella è la
nostra gara, ma per favore non farla più. Oppure falla ancora.
Guardami.
Sentimi.
Sono qui. Ti basta aprire la mano.
Non avere vent’anni.
Sei un uomo.
Lo sento. Lo so.