corpo-a-corpo

Ieri sera mi è arrivata una mail da Jacopo Nacci, che è colui che a Pesaro – sabato pomeriggio al circolo Arci l’Otto – parlerà con me dell’Avvocato G.
Eccola.

Sto finendo Due colonne, e conto di rileggermi l’Avvocato domani. Stasera ho avuto la prima visione (mi fa così, cominciano ad affiorare).
I tuoi personaggi sono mostri, e nel contempo sono davvero persone, cioè tu dipingi dei mostri, e io dai tratti che dipingi mi rendo conto che quei mostri sono persone, e che le persone sono mostri. Con mostri non sottintendo alcuna connotazione morale, penso al senso biologico del termine.

Quando penso ai tuoi personaggi, alla loro scena archetipica, vedo una specie di radura spoglia, circondata da rocce, e in mezzo a questa radura ci sono due mostri, che sono anche creature umane (come se fossero persone curve, muscolose, con i fianchi un po’ grossi e la testa da animale come in un antico graffito); ci sono insomma queste due creature umane, fatte di carne nuda, che si fronteggiano, che comunicano con grugniti, magari si sfiorano – e quello che si esprimono è incomprensibile: affetto? minaccia? eros? vibrazione che è tutte queste cose insieme? – poi all’improvviso cominciano a camminare all’indietro, tutt’e due, finché sempre all’indietro imboccano dei buchi neri nella roccia – è allora che ti accorgi che le rocce tutt’attorno sono piene di quei buchi neri: tane – e scompaiono nel buio, allora ti immagini il cunicolo in cui uno di questi esseri si infila, come se lo vedessi in sezione: vedi l’essere inerpicarsi, camminando all’indietro, per cunicoli in salita, stretti su misura del suo corpo curvo, l’essere cammina sempre più su, finché la schiena non tocca il fondo; allora si ferma, e se ne sta lì, rannicchiato, come un animale deforme dal cervello incomprensibile. Per ore, per giorni, immobile.

Fino a quando, all’improvviso, senza capire bene perché, si muove, e veloce ridiscende il cunicolo, esce alla luce, ed ecco che si trova di nuovo davanti un suo simile, e nella radura ci sono solo loro. E così avvengono tutti gli incontri tra questi esseri, non più di due esseri alla volta. E poi di nuovo risalgono, all’indietro, e si ritirano.

Mi fa un’impressione strana.
Al cunicolo, alla grotta, non avevo mai pensato.
Ma è vero: non più di uno-a-uno.
Ragiono, sento, scrivo, in termini di corpo-a-corpo.