style magazine, come dimenticarlo?

Ieri sera accedo alla mail e mi trovo un messaggio delizioso.

Riguarda la rubrica che qui sul blog ho a lungo dedicato al Corriere della sera Style magazine, ma ora ho temporaneamente abbandonato a causa dei pesanti effetti collaterali che produceva sul mio umore e sulla mia fiducia nell’umanità e nel mio Paese.

Ho chiesto alla ragazza che mi ha scritto se, con le cautele del caso, potevo pubblicare almeno una parte della sua mail, e lei mi ha detto sì.

Eccola qui.

ciao Federica, mi chiamo (…), vivo a Milano, non ci conosciamo.
Ho dato una letta al tuo blog, consigliatomi da mia sorella dopo l’ennesima mia sfuriata contro Style magazine.

Di solito il Corriere mi sembra un quotidiano abbastanza ok, lo alterno con Repubblica, e mi dimentico sempre che se lo compro di venerdì mi capita anche l’allegato “Style”.

Poi quando ce l’ho in casa finisce che lo apro, anche se so che mi incazzerò, e infatti succede sempre.

Non ti mentirò: io ho 19 anni e sono una ragazza cresciuta abbastanza nella bambagia, difatti (e non intendo darne la colpa ai miei genitori, la colpa è mia ma tendo a ripetere gli errori del passato) non sono una persona responsabile e non ho mai lavorato un giorno in vita mia, per cui tu sei su un altro livello rispetto a me e confessandoti la mia stima, non intendo invitarti a fare altrettanto nei miei confronti.

Grazie, grazie perché hai saputo tradurre a parole le sensazioni che attraversano il mio cervello leggendo Style magazine. Hai reso i miei pensieri più chiari a me stessa!

Hai presente la rubrica «Le impossibili»?
Ma che diamine: perché le troie si chiamano troie ovunque ma quando se ne serve chi ha molti soldi diventano escort?
Io non ho niente contro le prostitute o la prostituzione, è una scelta, meglio se è libera, ma è una scelta e non fa male a nessuno.

Se una è disposta a prostituirsi lo faccia pure. Amiche come prima. Ma non sopporto questo puttanaio travestito da roba di classe, queste ragazze della mia età fotografate in pose arrapanti per vecchi imprenditori maiali, e pedofili anche.

Una delle impossibili, si legge, ha «16 anni appena».
E dopo «16 anni appena», foto con sguardi ninfomani, bocca socchiusa e vestiti stretti.
E interviste senza senso semplicemente perché cosa vuoi chiedere sulla vita di una ragazzetta di 16 anni, cresciuta in un mare di soldi, poi.
Cosa ti rivelerà mai di pazzesco?

È assurdo.
È presentata come un punto di arrivo, un modello. Ma è una sedicenne che vive con i genitori! Non è arrivata da nessuna parte! Non ha creato niente ancora!