una diva anni ’40

Allora.
Questa è la storia di un sondaggio via sms.

Oggi sono stata da Avoca.
Da settimane avevo messo gli occhi su un soprabito spaziale.
Per settimane l’ho guardato come una bambina obesa guarda lo zucchero filato alle giostre: col desiderio dell’irraggiungibile.

Ebbene.
Verso le 17, quando meno me l’aspettavo, è successo.
L’ho preso dall’attaccapanni e l’ho indossato.

O-m-m-i-o-d-i-o.
Era fantastico.
Il collo era ricco, la scollatura profonda ma richiudibile.
Era stretto in vita da una fusciacca, e andava giù – lunghezza per-fet-taaa – di sbieco.
Mi sentivo una diva anni Quaranta.
Mi stava d’incanto.

Ho chiesto alla commessa se era un impermeabile e lei m’ha risposto che era più un «evening coat». Io ho capito cosa intendeva: che era una specie di soprabitino elegante da portare sopra un vestitino yè-yè; ma, quando gliel’ho raccontato, Rosemary ha commentato: «Non sono troppo addentro agli evening coat».

Comunque. Ho chiesto alla commessa se era a prova di pioggia.
La tipa si fa una risata e mi dice: «Ma certo che è a prova di pioggia! Con quel che costa mi pare il minimo!».
Ca***: era anche veramente impermeabile.
Aveva una sua fot**** utilità.
Non potevo considerarlo solo un capriccetto.

Bene.
Ho scritto un sms a un po’ di amici e amiche.
«Ho provato il soprabito impermeabile più bello del mondo, stretto in vita e svasato, con un collo stupendo. Costa ics euro. Secondo te devo comprarlo?».

Ecco le risposte.
«Mia cara, se mi chiami ragazza non rispondo più di me e divento inattendibile… Io forse mi farei delle remore, ma forse sarebbe una stronzata. Direi di prenderlo. Bacio».

Controrisposta mia: «Sono daccapo! Le remore me le sto facendo anch’io. Il fatto è che sembro una diva anni ’40…».
Amica: «E vai allora! Poi mandami una foto della diva».

Uno a zero e palla al centro.
Secondo messaggio: «Io comprerei e si fottano tutti. E poi, scusa. Un impermeabile è davvero NECESSARIO, INDISPENSABILE».
Risposta mia: «Il possesso di uno o più impermeabili fa la differenza fra il povero cane e il gran signore».
Controrisposta: «Evvai! Vedere foto!».

Due a zero.
Terzo messaggio (da amica provvisoriamente a Fuerteventura): «Se da uno a dieci ti piace nove o dieci, compralo; altrimenti, te ne pentiresti. Oggi vento, anche troppo, e sole che ustiona. Ciao, mora».

Da uno a dieci mi piaceva dieci…

Eppure, stoicamente, l’ho lasciato là.
Mi stava benissimo.

Con le scarpe di vernice nera che non ho comprato sarebbe stato un amore.

(Sono la sorella povera e patetica della Kinsella).