il monopolio del femminismo (e la lettura)

Mi segnala un’amica che sul blog di Loredana Lipperini si dicono un paio di cose a proposito del mio post immediatamente precedente a questo; quello relativo alla sentenza della Cassazione.
Copio quel che ne viene detto:

Nei due post più linkati nelle ore successive, quello di Federica Sgaggio e quello di julienews, si rettifica la notizia così come aveva fatto Barbara Spinelli [ospite di Fahrenheit il venerdì pomeriggio 3 febbraio].

Ma mentre Barbara ha giustamente ricordato che questo non solo non diminuisce di un’oncia la gravità della situazione italiana per quanto riguarda stupro e violenza (la conseguenza è che la battaglia, tutta culturale, deve riguardare quei giudici che sono chiamati a decidere), da quei due post (e da molti altri) si ricava la sensazione – più o meno esplicita – che a essere messe sotto accusa siano soprattutto le donne.

E ancora.

Dunque: a essere in difetto non sono gli organi di informazione che hanno come proprio dovere e ragion d’essere la correttezza della medesima, bensì i lettori e le lettrici che non sono capaci di approfondire.

Di seguito, la mia breve risposta:

Che dal mio post si ricavi «l’impressione che a essere messe sotto accusa siano soprattutto le donne» è un’offesa gratuita.

Tra l’altro, stavo facendo ciò che vengo «accusata» di non aver fatto: ho esattamente detto che «a essere in difetto sono gli organi di informazione che hanno come proprio dovere e ragion d’essere la correttezza della medesima».

Non ho, né avrò, altro da dire.
Se non forse, ecco, che il post l’ho scritto di mattina, e non ho sentito, nel pomeriggio, Barbara Spinelli. Me ne dolgo.

Ecco.
Qui, che sono un po’ come a casa mia, posso forse solo aggiungere che a illustrare il post c’era un certo numero di titoli di giornali, e nessun bannerino indignato di Facebook, dove dilagavano immaginette di forche; e che in uno dei commenti al post precedente avevo in effetti scritto che

Naturalmente, il resto del lavoro da fare è culturale.

Ha a che fare col l’affermaziome della totale autodeterminazione delle donne.
Ma questo è tutto un altro affare.

Se il legislatore pensa di avere abbastanza coraggio per approvare nuovamente una legge in cui per gli indagati per stupro è obbligatoria, se gli indizi sono gravi, la custodia cautelare in carcere, lo faccia: probabilmente troverebbe, adesso, più alleati – e poi, chissà… Si fa sempre presto a parlare, a indignarsi; poi, però, bisogna vedere chi ci si trova di fianco nelle battaglie vere – di quanti ne aveva nel 2009.

Il fatto è che «Il paese dei buoni e dei cattivi» comprende anche i blog…