giulieo capulecchi (a macchia di leonardo)

Mi capita di leggere questo pezzo sulla versione online di un giornale locale, sull’ennesima festa di piazza di questa città che non si accontenta mai di una socialità normale, autonoma, ma deve sempre metterci l’«evento»:

Guardo meglio.
Oh.
C’è scritto «Giulietta dei Montecchi»…

Perplessa, cerco un po’ in giro per la rete, e trovo quest’altro pezzo, da un sito di cose locali (clicca per ingrandire):

Anche qui «Giulietta dei Montecchi»…
Uhmm.
Provo a guardare sul sito del Comune di Verona, nella sezione dei comunicati stampa.
Ecco cosa trovo (clicca per ingrandire).

Il comunicato del Comune – confluito identico e preciso nei pezzi citati prima, compresa l’elencazione degli sponsor – parla anch’esso del fatto che la Befana porta i doni a casa di «Giulietta dei Montecchi», riferendosi all’edificio che, pur visitato dai turisti di tutto il mondo, è in realtà un falso storico.

In fondo al comunicato, però, c’è un link che rimanda alle «informazioni sull’evento».
Forse, lì c’è qualcosa di più.
Clicco, e mi trovo qui, dove c’è la locandina dell’iniziativa.
Questa:

Anche qui, c’è scritto «Giulietta dei Montecchi», evidenziato in blu…

Romeo dei Capuleti rimarrà molto deluso che a casa sua la Befana non porti niente.

I regali, d’altra parte, arrivano a pioggia.
Anzi, no: arrivano a macchia di Leonardo. Come la Gioconda.

(Nella foto in alto a sinistra, la cosiddetta casa di Giulietta in una foto dell’Ottocento, prima che Antonio Avena ne curasse una ricostruzione in stile medievaleggiante, cosa da cui nacque lo sfruttamento turistico-commerciale dell’edificio).